Lavorano due ore di più al giorno e hanno sei clienti in meno: questa la giornata tipo di un acconciatore o di un estetista rispetto a prima che scattasse la chiusura forzata. A fotografarla una indagine condotta dal Centro studi Cna in collaborazione con Cna Benessere e sanità su un campione di titolari di centri di acconciatura e di estetica iscritti alla Confederazione. Un campione rappresentativo a livello nazionale per dimensione, specializzazione, localizzazione.
Secondo lo studio, meno di un quarto delle imprese intervistate ha incrementato i prezzi. E, mediamente, appena dell'1,5%. Un'inezia rispetto ai costi che saloni e centri estetici hanno dovuto sopportare. Considerando, oltretutto, che sono state le prime attività a dover chiudere e le ultime a poter riaprire. Dall'analisi emerge infatti che acconciatori e estetisti hanno riversato sulle spalle dei clienti solo in modo molto contenuto gli oneri sostenute per le spese straordinarie.
I costi in più da sopportare non sono solo quelli per igiene e sicurezza ma anche prodotti standard, come shampoo e smalti. Quasi un'impresa su due (44%) lamenta tali aumenti. Sette acconciatori ed estetisti su dieci dichiarano, però, che la spesa è cresciuta non oltre il 5% nel periodo di chiusura forzata. Ben più pesante il conto dei dispositivi di protezione individuale - mascherine, guanti, camici monouso e così via - denunciato dall'84,6% delle imprese intervistate. Con rincari superiori al 10% rilevati da un'impresa su due.
Rispetto al periodo precedente il lockdown, il calo delle attività incide per un terzo sul totale. Eppure estetisti e acconciatori non sono rimasti a guardare ma hanno aumentato di oltre un quarto le ore lavorate: oggi circa due in più rispetto a prima che scattasse la chiusura forzata. Serve soprattutto più tempo per gestire un singolo cliente, per informarlo sulle norme da rispettare all'interno dei locali, per prepararlo con i necessari dpi, per compilare l'elenco presenze. Se prima nei centri estetici e nei saloni entravano mediamente 18 clienti ogni giorno, oggi ne entrano sei in meno.
Nonostante quasi sei titolari di centri di acconciatura e di estetica su dieci (57%) dichiarino di aver allungato gli orari e adottato turnazioni, non riescono a gestire quotidianamente più di dodici clienti. L'indagine rivela inoltre che l'adeguamento dei locali è stato necessario per il 70% delle imprese. Di queste, per il 47% è costato nell'ordine dei 500 euro, per il 34% tra i 500 e i mille euro. Complessivamente, le spese per la messa in sicurezza dei locali, per la igienizzazione degli stessi e per i dispositivi di protezione individuale hanno prodotto un aggravio dei costi mensili calcolato intorno al 30%. Quasi il 90% delle imprese, però, continua a offrire gratuitamente alla clientela mascherine e guanti.