I future sul riso, al Cme (il Chicago Mercantile Exchange), sono volati a +47%, ai massimi dal novembre 2011, a causa della pandemia. L'impennata è legata all'accaparramento di riso durante il lockdown e a un calo nelle forniture globali.
Nelle 13 settimane concluse il 30 maggio, secondo Nielsen, le vendite al dettaglio di riso sono salite quasi del 40% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La produzione di riso negli Usa nel 2019 è scesa del 17% a causa delle forti piogge della scorsa primavera negli Stati dell'Arkansas, del Missouri, del Mississippi, della Louisiana e del Texas, dove viene coltivata la maggior parte del riso negli Stati Uniti.
Quest'anno la produzione Usa tornerà a normalizzarsi ma, come rileva al Wall Street Journal, John Newton, capo economista dell'American Farm Bureau Federation, "fino a quando quel nuovo raccolto non arriverà sul mercato, disporremo di una scorta limitata".
I prezzi delle esportazioni di riso sono aumentati anche in Asia, dopo che importanti produttori come l'India e il Vietnam hanno abbandonato i divieti di esportazione relativi alla pandemia sulle forniture di riso.
Le condizioni di siccità in Thailandia hanno aumentato i prezzi all'esportazione del riso tailandese, con il riso glutinoso bianco che è salito di prezzo fino a 1.133 dollari per tonnellata, in crescita dell'1,4% rispetto al mese scorso.
La prossima stagione dei monsoni nel sud-est asiatico - che di solito inizia a luglio e dura fino a settembre - probabilmente creeraà forti perturbazioni sui prezzi del riso asiatico. Ciò riguarderà diversi dei principali produttori mondiali, tra cui India, Indonesia, Thailandia e Vietnam.