L'app di contact tracing Immuni verrà lanciata in via sperimentale in 3 regioni italiane: una del nord, una del centro, una del sud. Lo fanno sapere all'AGI fonti del ministero della Salute.
Immuni sarà pronta entro una decina di giorni, anche se al momento nessuno si sbilancia sulle date. Servirà di sicuro un periodo di sperimentazione dell'app e del modello scelto, anche se, lasciano trapelare dal ministero dell'Innovazione, non è certo quanto tempo servirà, ma è dato quasi per certo che si tratterà di un tempo sensibilmente superiore alla settimana. Gli sviluppatori sono a lavoro.
Ad ogni modo prima del rilascio dell'applicazione servirà ottenere l'ok da parte del Garante della Privacy sulla Dpia (la Valutazione dell'impatto sulla protezione dei dati) la cui gestione spetta al ministero della Salute, titolare del trattamento dei dati.
Il dicastero guidato da Speranza sta limando il documento da inviare al Garante e le stesse fonti ministeriali assicurano che sarà pronto nelle prossime ore. Un passaggio fondamentale per rispondere alle questioni sollevate dall'autorità guidata da Antonello Soro, che aveva fortemente sottolineato la necessità che l'app fosse volontaria e che soprattutto non utilizzasse alcun tipo di geolocalizzazione.
Sarà l'ok di Soro l'ultimo tassello per vedere Immuni. In questi giorni dal lato tecnico si sono fatti passi avanti: notte tra domenica e lunedì sono stati pubblicati su Github, la piattaforma dove gli sviluppatori da ogni parte del mondo possono confrontarsi su progetti specifici, alcuni i documenti sul funzionamento del software dell'app per il contact tracing scelta dal governo.
Ma già dal 20 maggio Google e Apple hanno messo a disposizione degli sviluppatori di Immuni l'aggiornamento del loro software per facilitare la comunicazione tra dispositivi Android e iOS tramite Bluetooth, mettendo così la palla nel campo dei vari sistemi sanitari nazionali che hanno chiesto la loro collaborazione.