Recessione prolungata, bancarotta, assenza di domanda, disoccupazione e l'arrivo di una nuova ondata pandemica. Sono queste le principali paure dei manager globali alla ripresa delle attivita' dopo l'emergenza Covid. È quanto emerge da un nuovo rapporto del World Economic Forum, che annualmente stila il 'Global Risk Report', dal titolo "Covid-19 risks Outlook", redatto in collaborazione con Marsh & McLennan e Zurich Insurance Group.
Lo studio ha sondato e classificato le preoccupazioni di 350 manager mondiali per i prossimi 18 mesi. Al primo posto delle preoccupazioni delle società c'è quella di una recessione prolungata dell'economia globale (sentita dal 66,3% degli intervistati); al secondo la possibile ondata di fallimenti industriali e di nuovi necessari consolidamenti (52,7%); al terzo i cyberattacchi e le frodi digitali (50,1%); al quarto la mancata ripresa di interi settori industriali (50,1%); al quinto il crollo continuato della domanda mondiale (48,4%); al sesto le restrizioni transfrontaliere di persone e merci (42,9%); al settimo l'esplodere di una nuova pandemia (35,4%); all'ottavo il collasso dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo (34,6%); al nono l'indebolimento dei bilanci pubblici delle maggiori economie (33,4%); infine al decimo posto un'impennata dell'inflazione globale (32,6%).
Tra gli altri timori anche l'alto livello di una disoccupazione che potrebbe diventare strutturale (49,3%), soprattutto tra i giovani, e l'insorgere di nuove tendenze protezionistiche. "Ora che le economie tentano la ripartenza - si legge nel rapporto - c'è un opportunità di portare con se' una maggiore eguaglianza sociale e sostenibilità, che potrebbe sfociare in una nuova era di prosperità".
Nell'esaminare le interconnessioni tra i diversi rischi il rapporto sollecita i leader mondiali "ad agire ora contro una possibile nuova valanga di shock sistemici come la crisi ambientale, le turbolenze geopolitiche e il crack dei sistemi sanitari". "I leader devono lavorare ora, insieme e in tutti i settori della societa', per affrontare l'emergere di questi rischi e costruire una linea di resistenza contro l'ignoto".
"Abbiamo la possibilità unica di usare la crisi per comportarci differentemente e per ricostruire economie piu' resilienti e sostenibili" ha affermato Saadia Zahidi, managing director del Wef. "Il timing delle decisioni - ha spiegato Emilio Granados Franco, responsabile dell'Agenzia dei rischi globali e geopolitici del Wef - e' importante come la decisione stessa".
"Il virus - ha aggiunto - ha portato via il lusso della pianificazione. Non e' piu' possibile aspettare il momento giusto per le riforme". "Se rimaniamo passivi ai rischi emergenti possiamo perdere un'opportunità storica per dare forma al new normal e crearlo come lo vogliamo". Granados sottolinea come tra i rischi ci sia anche quello dell'ambiente.
"Anche se si attende un calo dell'8% delle emissioni globali - ha spiegato - il mondo riuscira' ancor auna volta a mancare l'obiettivo dell'1,5% per evitare la catastrofe planetaria". "Se i paesi non riusciranno a fare propri i criteri di sostenibilita' o se i target verranno eclissati dall'emergenza Covid".