C’è una startup italiana fondata da due giovani imprenditori under-30 che offre alle aziende un servizio di noleggio autobus con conducente per portare i propri lavoratori in sede in modo sicuro, assicurando il rispetto delle distanze di sicurezza, e personalizzato, passando a prendere i dipendenti direttamente a casa loro. Si chiama Busrapido.com e, in collaborazione con la britannica Zeelo, ha già lanciato il servizio nel Regno Unito e in Sudafrica, servendo aziende come Amazon e Colgate e Argos. “La nostra mission aziendale è far riconsiderare ai lavoratori il possesso dell’auto - dichiara all’AGI uno dei due fondatori, Roberto Ricci - Il Covid-19 ha accelerato la ricerca di soluzioni di mobilità aziendale”.
Qual è la soluzione che offre Busrapido.com?
Abbiamo ideato un servizio di navette aziendali ad hoc per non vanificare gli sforzi di prevenzione fatti fino ad oggi, offrendo un vero e proprio servizio di autobus personalizzato ed esclusivo per le singole aziende. Da un lato assicuriamo le distanze di sicurezza, forniamo guanti, le mascherine e gel igienizzante e misuriamo la temperatura di ogni passeggero, dall’altra offriamo la possibilità di organizzare la raccolta dei dipendenti direttamente nei pressi della loro abitazione lungo il tragitto verso la sede di lavoro.
Come funziona esattamente il servizio?
Alle aziende interessate chiediamo di mandarci, in maniera anonimizzata, un documento con gli indirizzi di domicilio di tutti i propri dipendenti. A quel punto procediamo a una clusterizzazione della popolazione aziendale. Detto in soldoni: mappiamo le abitazioni e, dettando al nostro algoritmo alcune condizioni (ad esempio che il dipendente non debba camminare più di cinque o dieci minuti per raggiungere il punto di raccolta, oppure che il tragitto non duri più di un tot) tracciamo le linee di autobus da proporre alle aziende.
Quali vantaggi pensate che offra il vostro servizio?
In questo momento di grande difficoltà nel mondo dei trasporti, da un lato alleggeriamo quello pubblico locale, dall’altro assicuriamo maggiormente le aziende che si rivolgono a noi: si adoperano con ogni tipo di mezzo per ridurre il rischio di contagio sul posto di lavoro, ma poi corrono il rischio che il dipendente si ammali viaggiando. Oltre a garantire una popolazione omogenea a bordo, offriamo un boarding touchless, via app, per evitare ogni contatto.
Qual è la vostra flotta?
Noi non abbiamo la proprietà degli autobus, forniamo soluzioni tecnologiche. La nostra rete si compone di 350 aziende partner, per un totale di 3.800 veicoli su tutto il territorio italiano. Siamo in grado di fornire soluzioni di trasporto in qualunque provincia. Naturalmente assicuriamo la sanificazione dei veicoli dopo ogni viaggio.
Come funziona il distanziamento sugli autobus?
I mezzi della nostra flotta vanno dai minibus con 9 posti fino agli autobus a due piani, che hanno 87 posti a sedere. L’autobus classico, invece, trasporta normalmente 50 persone. Per rispettare le distanze di sicurezza a bordo limitiamo la capienza, offrendo due diverse soluzioni: una con distanza di sicurezza di 2 metri e una di un metro. Riassumendo, possiamo dire che un bus da 50 posti trasporterà 25 persone; se si hanno 40 dipendenti da trasportare, invece, occorrerà un mezzo a due piani.
Quanto costa il servizio?
I costi dipendono dal tempo di utilizzo del veicolo e dell’autista e dal numero di km da percorrere. Il riferimento che prendiamo per essere competitivi è il costo abituale degli spostamenti casa-lavoro con l’auto di proprietà, altrimenti la gente preferirà sempre la comodità di muoversi singolarmente. Pensiamo a Roma: il prezzo del pass per il parcheggio è di 70 euro al mese, a cui aggiungere il costo della benzina e degli spostamenti (tra i 150 e i 250 euro al mese): noi cerchiamo di offrire una soluzione che possa rientrare in quella forbice, attorno ai dieci-tredici euro al giorno a persona. Ma ogni soluzione è personalizzata sulle esigenze del cliente.
Credete che sia sostenibile, da un punto di vista economico, far viaggiare autobus mezzi vuoti?
Questo è sicuramente un punto critico, non soltanto per noi ma anche per le aziende del trasporto pubblico locale: il costo è sempre lo stesso ma, se si riduce la capienza, inevitabilmente si fa fronte a un aumento dei costi per trasportare lo stesso numero di persone. Per questo motivo, a potersi permettere la nostra soluzione sono soprattutto le grandi aziende. Stiamo però lavorando a modelli ibridi di navettaggio comune tra diverse aziende degli stessi poli o distretti industriali: realtà da venti o trenta dipendenti, singolarmente, difficilmente potrebbero permettersi il servizio privato; mettendosi insieme, però, potrebbero farlo. Inoltre alcune aziende chiedono un contributo simbolico da parte dei lavoratori, che di fatto risparmiano sull’utilizzo della propria auto.
In Italia avete già stipulato accordi con qualche azienda?
Stiamo procedendo con le analisi della popolazione aziendale di alcune realtà italiane. Abbiamo molte richieste dai grandi centri urbani come Roma e Milano, ma anche da realtà in Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte, Veneto e Campania. Siamo consapevoli che, laddove possibile, in questo momento lo smart working rimane la strada migliore da percorrere. Ma in altre situazioni, ad esempio nelle fabbriche che si occupano di componentistica, di farmaceutica, automotive, moda, è necessario che il dipendente sia fisicamente presente per andare avanti con la produzione. È in questi casi che cerchiamo di offrire una possibilità alternativa e integrativa rispetto al trasporto pubblico e a quello privato.
Avete in programma anche di lavorare con le scuole?
Abbiamo soluzioni che potrebbero essere di supporto a scuole, ma finora non ci siamo ancora concentrati nel trovare interlocutori. Nelle prossime tre o quattro settimane continueremo a concentrarci sul ritorno al lavoro delle grandi aziende, perché tra i banchi non si tornerà prima di settembre.