Il coronavirus è una cesura, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche delle abitudini: sul digitale si sono trasferite parti impensabili della nostra vita, come la scuola, e molte abitudini, dalla ginnastica alla lettura. Ma una vera rivoluzione di quelle che “ci avrebbero messo 10 anni a compiersi” è avvenuta nei consumi. Dalle grandi catene al piccolo negozio di quartiere tutto si è trasferito sul digitale, e anche i più refrattari ai pagamenti online si sono dovuti ricredere.
Le novità del settore del commercio online sono state presentate durante il Netcomm Forum, il più grande evento italiano dedicato al tema. Quest’anno in livestreaming.
Durante il lockdown triplicati i nuovi consumatori online
Dall’inizio del 2020 a oggi sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia, di cui 1,3 milioni sono arrivati alle piattaforme di acquisto digitale proprio durante l’emergenza sanitaria del Covid-19. In tutto, nel nostro Paese, coloro che comprano online, sono ad oggi 29 milioni, mentre fino a febbraio 2020 erano 27. Negli stessi mesi dello scorso anno (da gennaio a maggio 2019), si registravano 700 mila nuovi consumatori, quindi si può dire che nei primi 5 mesi del 2020 il loro numero è pressoché triplicato.
Un “salto evolutivo” lo ha definito Roberto Liscia, presidente di Netcomm: “Le abitudini di acquisto e i comportamenti dei consumatori italiani si sono spostati a favore dell’e-commerce, che ha garantito continuità di servizio per numerose attività e per i cittadini”, ha sottolineato aprendo l’evento.
E-commerce crescerà fino a +55% nel 2020
È proprio il commercio sul web, secondo il consorzio Netcomm, il settore che crescerà di più nell’economia mondiale, nonostante l’impatto del Covid-19: l’aumento è calcolato fino al +55%.
Cambieranno con questa crisi anche alcune abitudini molto radicate, come il consumo di cibo: il secondo settore di crescita sarà infatti quello legato al cosiddetto ‘modern food retail’, ovvero la distribuzione alimentare tramite consegna a domicilio e con le nuove formule che consentono ad esempio di preparare a casa piatti da ristorante con kit venduti online; l’aumento previsto è del +23%.
Nel frattempo, nei giorni di lockdown, sono aumentate sensibilmente le vendite di prodotti per gli animali (+154%), quelle di cibi freschi e confezionati (+130%), e i prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93%).
Emerge, oltre alla consegna a domicilio, anche il “click and collect”, ovvero la possibilità di comprare online, ma poi ritirare fisicamente in negozio; il “compra e ritira” è cresciuto del 349%, “e ci aspettiamo che nei prossimi mesi diventerà un’abitudine sempre più consolidata, poiché consente flessibilità, adattamento alle esigenze di mobilità e, soprattutto, distanziamento sociale” commenta ancora Liscia.
Boom inaspettato e in controtendenza con le grandi catene di distribuzione, quello che viene chiamato “e-commerce di prossimità”, con i piccoli negozi di quartiere che in poco tempo si sono attrezzati per distribuire i loro prodotti, sfruttando le piattaforme online, ma anche semplici tecnologie come Whatsapp, rimanendo così in contatto con i propri clienti e acquisendo in modo nuovo gli ordini. In questo modo i negozi di quartiere “hanno anche svolto una funzione sociale” ha sottolineato Valentina Pontiggia, direttore dell’osservatorio e-commerce B2C del Politecnico di Milano.