"Evitiamo una crisi del debito. Se lasciamo sola l'Italia è la fine". Lo ha detto l'ex commissario Ue all'Economia, il francese Pierre Moscovici, intervistato su La Stampa. Secondo Moscovici "la decisione delle Corte tedesca non contiene elementi che vadano incontro alle ragioni di chi ha presentato la contestazione del programma di acquisti della Bce voluto da Mario Draghi" e, di conseguenza, "non ci sono conseguenze immediate che lo impediscano". Questo, assicura, gli pare un inizio, eppure invita a "mantenere la ragionevolezza e la calma". Anche perché l'obiettivo finale e necessario - quello di Unione piu' forte, integrata e solidale - gli pare ancora lontano dall'essere realizzato.
"C'è una contraddizione fra la Corte di Karlsruhe e la Corte di Giustizia europea - aggiunge Moscovici - che la Commissione ha sempre considerato avere il primato nell'Unione. E' un conflitto di giurisprudenza evidente". "Non so quale sarà l'esito finale del contenzioso - dice ancora - ma e' chiaro che il programma di acquisto titoli della Bce ha mostrato la sua efficacia e ha contribuito a salvare l'Eurozona nei momenti più difficili. E' un fatto che deve essere riconosciuto. Ed e' positivo che la sentenza della Corte tedesca non rappresenti un colpo di freno all'azione della banca centrale, anche se è un avvertimento preciso: mentre attraversiamo una crisi economica ben peggiore di quella finanziaria degli scorsi anni, non possiamo permetterci un passo indietro nella solidarietà fra i paesi".
"Spetta alla Bce decidere e sono certo che lo farà con saggezza e determinazione. Credo che continuerà sulla strada che, giù quando ero commissario europeo, ritenevo necessaria e si e' rilevata preziosa". "Esistono numerose divisioni in Europa - argomenta Moscovici - in questo momento. Soprattutto si manifestano fra chi vuole e chi non vuole spendere per sostenere l'Unione.
In questo momento, noi dobbiamo evitare che si scateni una crisi del debito, è nell'interesse di tutti, in primo luogo dell'Italia, ma non solo. Le divisioni sulla solidarietà le conosciamo bene, siamo quasi abituati. Sono talmente fuori luogo che dovrebbero avere cittadinanza solo nel passato. Non dobbiamo e non possiamo lasciare l'Italia da sola in questa terribile situazione sanitaria e finanziaria. Per l'Europa e' un obbligo morale, oltre che un interesse economico e politico. La solidarietà è più che necessaria in questo momento, se abbandonassimo l'Italia, l'Eurozona si smantellerebbe. La crisi che attraversiamo dimostra che il cammino verso una Unione politica e' piu' che mai indispensabile. L'Europa deve dar prova di unita', solidarieta' e intelligenza, il che vuol dire "stare con l'Italia".