Il Coronavirus ha messo in discussione tutti gli aspetti della nostra vita. “Niente sarà più come prima” è diventato un mantra e a risentire per anni dell’emergenza oggi in corso sarà senza dubbio l’economia del Paese e tutti i settori produttivi. Quello della moda non fa eccezione.
In Italia, il mercato del fashion vale 97 miliardi di euro e secondo le stime di Federazione Moda Italia la previsione di perdita nel 2020 è di almeno il 50% degli incassi. A fronte della chiusura dei negozi fisici, l’ecommerce ha tenuto, registrando un aumento degli ordini, ma il mercato online, al momento, rappresenta ancora solo una piccola percentuale del fatturato del settore e nel lusso in particolare copre solo il 10%.
Abbiamo chiesto a Anastasia Sfregola, Sales Director Manager di Kooomo, piattaforma e-commerce di nuova generazione, qual è la situazione in cui i brand di moda si trovano ad operare oggi.
“Molti negozi si ritrovano già con un’enorme quantità di merce invenduta della collezione della primavera/estate 2020 (le vendite per questa stagione primaverile saranno il 70% in meno rispetto al 2019), tanto che molti clienti stanno cancellando gli ordini delle collezioni pre-autunno e altri hanno cancellato addirittura quelli delle collezioni per l’autunno/inverno. Dal canto loro, i brand stanno diminuendo la produzione dei capi delle nuove collezioni, quando non azzerandole completamente. Potrebbero saltare, di fatto, ben due stagioni”.
La mancanza di novità nel mondo della moda è già per certi versi una soluzione?
“Certo, come hanno spiegato nei giorni scorsi anche manager e stilisti importanti, può essere l’occasione per rallentare e ripartire con ritmi diversi, meno frenetici. Ma è al tempo stesso una sfida che preoccupa moltre aziende: nuove regole devono necessariamente comportare nuove modalità per affrontarle”.
Una recente ricerca analisi commissionato al CED (Centro Economia Digitale) mostra che le cifre di incremento dell’utilizzo del digitale nel settore del lusso aumenteranno rapidamente e con percentuali a 2 cifre e questo testimonia come l’ecommerce non potrà non fare parte di questo riassetto strategico.
“Se le vendite online di abbigliamento sono finora aumentate “solo” del 20%, parliamo di un trend comunque in crescita che potrà aumentare ancora e perché questo accada l’ecommerce del fashion deve riorganizzarsi con nuove strategie: i brand devono attuare politiche che vadano verso l’internazionalizzazione, provando a penetrare nuovi mercati dove passate collezioni possano ancora riscuotere interesse”.
I marketplace avranno un ruolo sempre più centrale, ma quale sarà la loro evoluzione?
“Piattaforme multichannel in grado di integrarli e capsule collection pensate appositamente per il mercato online saranno strumenti essenziali che riscriveranno le regole del mercato della moda. Inoltre per arginare ulteriori perdite, strategici saranno i pre-order. Infine, dovrà essere più marcato il senso di comunità intorno al brand, maggiore attenzione al cliente e “contatto umano” anche a distanza. Inizia l’era delle vendite online assistite con l’aiuto di virtual assistent e chatbot. La lezione è una: se non possiamo puntare su nuovi prodotti -dobbiamo investire su nuove strategie".