"Il periodo che stiamo vivendo dallo scorso marzo è per l'economia mondiale il più complesso degli ultimi 70 anni e oltre. Per l'industria energetica, ed in particolare per l'Oil&Gas, la complessità è ancora maggiore dato il sovrapporsi degli effetti della pandemia al crollo del prezzo del petrolio". Lo afferma l'ad di Eni, Claudio Descalzi commentando i risultati del primo trimestre.
Eni supererà le difficoltà causate dalla pandemia covid-19 e dalla forte contrazione della domanda che ha fatto cadere i prezzi del petrolio grazie ai propri punti di forza del gruppo, commenta Descalzi. "Come tutti prevediamo un anno 2020 complicato, ma grazie ai nostri punti di forza contiamo di riprendere velocemente il cammino verso un modello di business sempre più redditizio e sostenibile tracciato nell'ultimo nostro piano strategico", afferma l'ad.
Eni "sta affrontando questo periodo contando su un'organizzazione operativa sicura per i suoi dipendenti, contrattisti e per le popolazioni dei Paesi ospitanti. D'altro canto, le persone Eni hanno dimostrato un'elevata capacità e disponibilità ad adattarsi alle condizioni di questo difficile momento, consentendo al Gruppo di lavorare in totale continuità. E di questo le ringrazio. Inoltre il portafoglio di business mostra di essere resiliente come mai in passato, mentre la struttura patrimoniale è molto solida, frutto del lavoro fatto negli ultimi anni".
In particolare, osserva Descalzi, "il portafoglio upstream ha un punto di pareggio competitivo ed è flessibile, consentendo la rimodulazione delle attività e degli impegni finanziari in funzione dell'evoluzione dello scenario. Il portafoglio mid-downstream sta reagendo bene alla crisi dei consumi, consuntivando un risultato operativo più alto di quello dell'analogo periodo 2019. Complessivamente il risultato operativo è risultato essere superiore alle aspettative del mercato, mentre la generazione di cassa ante circolante finanzia gli investimenti di 1,9 miliardi di euro. Lo stato patrimoniale gode di un bilanciamento ottimale ma soprattutto della disponibilità di 16 miliardi di euro di liquidità che consentiranno al Gruppo di gestire con agio la contrazione dell'attività dovuta a prezzi e pandemia", conclude l'ad di Eni.
"Si assume la graduale ripresa dei consumi di olio, gas ed energia elettrica nel mondo, ed in particolare nei mercati in cui Eni opera, a partire dal secondo semestre dell'anno", è la previsione del gruppo.
Eni ha "prontamente definito le proprie risposte allo scenario di crisi in atto rivedendo il piano industriale per il 2020 ed il 2021 con l'obiettivo di salvaguardare la solidità del proprio bilancio". Il gruppo ha inoltre aggiornato le previsioni del prezzo Brent riducendole a 45 e a 55 dollari/barile per il 2020 e per il 2021. Le previsioni del prezzo del gas al Psv (punto di scambio virtuale, ndr) sono state ridotte del 15% per il 2020 e del 30% per il 2021, quelle del margine di raffinazione del 18% per il 2020. "Data l'elevata volatilità dello scenario e la discontinuità in atto nelle economie mondiali, viene inoltre fornita per il 2020 un'analisi di sensitivita'", spiega la società.
In particolare, la revisione del piano industriale prevede: la riduzione dei capex per circa 2,3 miliardi di euro nel 2020, pari al 30% del budget originario, e programmata riduzione di ulteriori 2,5-3 miliardi nel 2021, pari al 30%-35% di quanto originariamente previsto per lo stesso anno a piano. La produzione 2020 attesa è pari a 1,75-1,80 mboe/g (milioni di barili olio equivalente al giorno), in riduzione rispetto alle precedenti previsioni a causa dei tagli capex ed effetti Covid-19, riduzione domanda gas mondiale (anch'essa in parte collegata alla pandemia) ed estensione della forza maggiore in Libia per tutto il primo semestre.
Le stime di produzione non comprendono gli effetti dei tagli Opec+ recentemente annunciati ma non ancora declinati sui singoli campi. Manovra capex concentrata quasi interamente nell'upstream con rifasatura di alcuni progetti, che potranno essere riavviati rapidamente al ripresentarsi delle condizioni ottimali consentendo il recupero della produzione correlata. Azioni diffuse di saving dei costi per circa 600 milioni nel 2020.
Allo scenario 2020 di 45 dollari/barile previsto un flusso di cassa ante variazioni del working capital adjusted di 7,3 miliardi di euro. Stimata una variazione del flusso di cassa di circa 180-190 milioni di euro per 1 dollaro/barile di variazione del prezzo del petrolio Brent e di proporzionali variazioni dei prezzi del gas, applicabile per scostamenti di 5-10 dollari/barile rispetto allo scenario considerato, prima di ulteriori azioni correttive da parte del management ed esclude gli effetti sul flusso di dividendi da partecipazioni.
Eni prevede di realizzare un utile operativo adjusted 2020 mid-downstream (G&P, R&M con ADNOC pro-forma e Versalis) pari a 600 milioni di euro. Sospeso il programma di acquisto di azioni proprie 2020. Sarà riconsiderato nel momento in cui la previsione del prezzo Brent per l'anno di riferimento, parametro per la decisione di attivazione del piano di buy-back, tornerà a essere almeno uguale a 60 dollari/barile.
Per quanto riguarda la liquidità, Eni è ben posizionata per superare l'attuale downturn del mercato grazie alla resilienza del proprio portafoglio di asset oil&gas convenzionali a basso prezzo di break-even ed alla solidità della posizione finanziaria netta. Al 31 marzo 2020, la Compagnia dispone di una riserva di liquidità di circa 16 miliardi di euro di cui 3,6 miliardi di attivi di tesoreria, 6,6 miliardi investiti in attività liquide, 1,1 miliardi di crediti finanziari a breve e 4,7 miliardi di linee di credito committed.