Stasera i capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Unione europea si riuniranno in videoconferenza per trovare una difficile intesa su una risposta comune alla pandemia di Covid-19. In sostanza, da questa maratona dovrà uscire una serie di aiuti economici per fronteggiare l’emergenza.
Si tratta del più importante vertice economico europeo da quando esiste l’euro, ma non è detto che l’esito di questo cruciale passaggio sarà di quelli che passeranno alla storia, anzi potrebbe anche concludersi con un nulla di fatto.
Questi sono i principali dossier che i leader europei dovranno discutere.
- MFF O PIANO PLURIENNALE UE DA CIRCA 1.000 MLD
Mff è l’acronimo inglese di Multiannual financial framework. Tradotto in italiano, si tratto del Piano finanziario pluriennale (in pratica il bilancio comunitario), che ha una durata di sette anni e vale circa mille miliardi di euro. Prevede le grandi poste di spesa. Quello attualmente in vigore corre dal 2014 al 2020 e dunque termina a dicembre. Normalmente, ogni anno, Consiglio e Parlamento si mettono d’accordo, in base a una proposta della Commissione europea, sul bilancio annuale per l’anno successivo. Quest'anno la commissione di Ursula von der Leyen suggerisce una riscrittura totale del piano, per renderlo, a partire dal 2021, il motore della ricostruzione economica europea.
Ciò implica però un ampliamento del mandato della commissione, che le consenta di aumentare la sua capacità di indebitamento sui mercati al fine di costituire un fondo di recupero. Tuttavia, non tutti i Paesi membri concordano con questa proposta. In particolare, gli stati del sud, Italia e Francia incluse, preferirebbero che il fondo di risanamento passasse al di fuori del Mff, soprattutto perché ciò consentirebbe un'intesa più rapida. Il problema di collegare il finanziamento della ripresa all'interno del MFF è che i colloqui sul bilancio Ue sono fortemente bloccati e che dunque anche l'avvio del fondo di risanamento rischia di rimanere in stallo in partenza.
- RECOVERY FUND O FONDO PER LA RIPRESA
l Recovery Fund è il cosiddetto Fondo per la ripresa, che è al cuore del dibattito di stasera, ma che non è per niente chiaro né cosa debba essere, né come debba essere finanziato. In proposito circolano più piani. Qualcuno lo chiama Ursula Fund, rifacendosi al piano di von der Leyen per traformare il Mff, il bilancio comunitario, nel pilastro del Recovery Fund. La Spagna ha presentato una proposta che implicherebbe 1.500 miliardi di euro di sovvenzioni per superare l'emergenza Covid. La Francia ha una proposta del valore di 1.000 miliardi di euro, che non richiederebbe la condivisione del debito ma una condivisione del rischio del debito solo in futuro, ipotesi osteggiata dal Paesi del Nord, Olanda in testa. La commissione ipotizza l'idea di uno "strumento di recupero" che valga ben oltre 1.000 miliardi di euro, come parte del suo riavvio del Mff.
L'idea alla base del fondo è di mettere un po' di potenza collettiva nella ripresa, per aiutare in particolare gli stati membri con le finanze pubbliche più scricchiolanti. In assenza di un aiuto esterno, la paura è che molti di questi Stati a Sud e a Est non abbiano capacità sufficiente per investire e rischino di restare al palo, mentre gli stati del Nord si rimettono in piedi. Nella proposta della commissione è implicito il fatto che l'esecutivo prenda a prestito pesantemente sui mercati finanziari, cosa che ha il potere di fare, ma che normalmente utilizza solo per somme relativamente modeste. In questo caso invece si tratterebbe di somme rilevanti e questo rappresenterebbe un fattore importante per le agenzie di rating del credito.
- I CORONABOND
I coronabond erano il sogno di molti stati dell'Europa meridionale, a partire dall'Italia: una massiccia vendita di obbligazioni comuni sostenute da Stati membri dell'Ue che avrebbero sostenuto la ripresa. Ma le speranze dei filo-corinabond sono andate progressivamente svanendo, poiché gli stati del Nord Europa non si fidano e sostengono che essi rappresenterebbe un'emissione di debito reciproca, che i contribuenti del Nord Europa dovrebbero sottoscrivere per gli Stati membri più deboli. Pertanto, la discussione al vertice di oggi verterà più probabilmente sull'opportunità di lasciare la porta aperta affinché la Commissione utilizzi i suoi attuali poteri di emissione del debito su una scala notevolmente ampliata. Una domanda chiave a cui si dovrà dare risposta oggi è se il denaro raccolto dalla commissione verrà prestato agli Stati membri o se parte di esso potrà invece essere erogati come sovvenzioni, una formula che ai Paesi del Nord dà il mal di pancia.
- I BOND PERPETUI
Sono strumenti di debito che non prevedono una data fissa per il rimborso. Fanno parte della proposta della Spagna, la quale ha chiesto l'istituzione di un grande fondo Ue fino a 1.500 miliardi di euro finanziato con debito perpetuo, che verrebbe distribuito sotto forma di trasferimenti - e non di debito - tra i Paesi più colpiti dalla crisi. In pratica, secondo Madrid il fondo Ue dovrebbe essere finanziato attraverso 1.500 miliardi di euro di debiti irredimibili, cioè a fondo perduto, che dovrebbero essere coperti da una parte del bilancio Ue. il debito perpetuo allevierebbe una parte dell'onere di rimborso per i mutuatari meridionali dell'Europa e significa che devono preoccuparsi solo del debito al servizio dei loro costi. Ma questo è anche il motivo per cui i paesi del Nord europea sono contro.
- SPECIAL PURPOSE VEHICOLE (SPV)
Il bello di questo Veicolo per Uso Speciale è che può significare qualunque cosa. La Francia è il principale sostenitore di un Spv che considera il modo migliore per istituire un fondo di risanamento privo dei vincoli giuridici e politici che derivano dalla negoziazione di uno strumento che fa parte del bilancio dell'UE. Parigi vuole un fondo Spv di circa 1.000 miliardi di euro che dovrebbe erogare sovvenzioni. Ma le possibilità di farlo approvare sono praticamente zero.
- I FONDI DI COESIONE
Sono prestiti per lo sviluppo che vengono erogati alle regioni più povere d'Europa dal bilancio dell'Ue. Tradizionalmente i principali beneficiari di questi fondi sono Polonia e Ungheria. Bruxelles vorrebbe rielaborare alcune regole su come erogare questi prestiti cash nei primi due anni del prossimo bilancio (2021-22) in modo che possano essere incanalati nelle economie che hanno maggiormente subito l'impatto del virus.
- MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA' (MES)
Il Mes è il fondo di salvataggio dell'Eurozona istituito nel pieno della sua ultima grande crisi nel 2012. E' quello che è statao usato per il salvataggio della Grecia. L'Eurogruppo ha trascorso la prima parte della crisi cercando di trovare il modo di sfruttare il Mes e le sue linee di credito di emergenza per le economie colpite. I ministri hanno convenuto che i paesi potrebbero attingere dal Mes per un valore pari al 2% del loro Pil, impiegando questi soldi per spese sanitarie dirette e indirette, senza ulteriori condizioni. L'accesso al Meccanismo resta però fortemente divisivo in Italia.
- PANDEMIC EMERGENCY PURCHASE PROGRAMME (PEPP)
Il Peep è il bazooka lanciato dalla Bce, un programma di acquisti di titoli di Stato, quantificato in 750 miliardi di euro. Si tratta di un programma che sarà attivo almeno fino alla fine dell’anno, e comunque fino a quando il consiglio direttivo della Bce non riterrà che l’emergenza Covid-19 sia definitivamente superata. Grazie al nuovo piano l'istituto non dovrà rispettare la soglia del 33% per i titoli di Stato e del 50% per quanto riguarda i titoli sovranazionali che fino a ieri aveva vincolato gli acquisti sugli asset pubblici. Le novità introdotte dal nuovo Qe ampliano la libertà di azione della Bce che da oggi arriva anche nel settore dei titoli di Stato e dei titoli emessi da Bei e del Mes, nonchè dei titoli junk. La disposizione, che resterà in vigore fino a settembre del 2021, è stata adottata per far fronte a eventuali 'downgrade' legati alla crisi economica. Accettati fino a due livelli inferiori a BBB-. Inoltre, nel caso in cui ci dovesse essere l'emissione di Eurobond, nessuno potrebbe vietare all'Eurotower di sottoscrivere l'importo anche al 100%.