Il petrolio rimbalza all'inizio delle contrattazioni in Asia, sulle prospettive di tagli alla produzione più profondi da parte dell'Opec a supporto del mercato. Sia l'Arabia Saudita sia la Russia hanno mostrato la volontà di adottare misure supplementari per stabilizzare i mercati petroliferi.
Il cartello e altri importanti Paesi produttori di petrolio hanno concordato un taglio record di 9,7 milioni di barili al giorno a maggio e giugno, ma la mossa non ha compensato il calo della domanda, conseguenza del blocco delle attività produttive nonché delle limitazioni degli spostamenti in buona parte del mondo a causa della pandemia di coronavirus.
Il greggio Wti con scadenza a giugno prima guadagna il 13% a 11,3 dollari al barile, mentre il Brent perde il 16% a 16,8 dollari al barile.
Lunedì alla vigilia della sua scadenza, il contratto Wti con consegna a maggio ha toccato l'incredibile cifra di -37,63 dollari, martedì le vendite si sono abbattute con violenza anche sul future di giugno che è arrivato a cedere oltre il 41% sotto quota 12 dollari, come non accadeva dal febbraio 1999. A testimonianza che il mercato, affogato dall'eccesso di produzione determinato dalla crisi economica e dall'esaurimento degli stoccaggi, pensa che la crisi dell'oro nero sia destinata ad allungarsi anche nelle prossime settimane.
La situazione è particolarmente difficile negli Stati Uniti, dove i produttori di shale sono ormai disperati e avanza il rischio di un crack di sistema. Il presidente Donald Trump ha provato a rincuorarli. "Non lasceremo mai sola la grande industria dell'Oil & Gas statunitense. Ho incaricato il segretario all'Energia e il segretario al Tesoro di formulare un piano che renderà disponibili i fondi, in modo che queste importantissime compagnie e posti di lavoro siano assicurati a lungo in futuro", ha twittato. Mentre l'Independent petroleum association of America (Ipaa) ha chiesto alla Fed di modificare i termini del pacchetto di nuovi prestiti da 600 miliardi di dollari che l'istituto centrale si appresta a lanciare, in modo da permettdre alle compagnie del settore di utilizzare i fondi per ripagare i loro debiti.
Anche in Italia crollano i consumi petroliferi. L'Unione petrolifera ha calcolato un crollo del 31% a marzo. E le cose andranno ancora peggio ad aprile, quando si stima che la domanda complessiva calerà del 50%, con un picco del 75% per la benzina e il gasolio per il trasporto passeggeri.