Carlo Bonomi, numero uno di Assolombarda, è stato designato nuovo presidente di Confindustria. Nato a Crema nel '66, succede a Vincenzo Boccia e ha avuto la meglio su Licia Mattioli, vicepresidente degli industriali. I 183 membri del Consiglio generale dell'associazione lo hanno designato con voto online segreto: i 'sì' sono stati 123 e 60 i 'no', nessuna scheda bianca e nessuna nulla. L'ultima parola, da statuto, spetterà all'assemblea privata dei delegati, convocata il 20 maggio per eleggere formalmente il nuovo presidente e la sua squadra.
"Non è tempo di gioire" perché le imprese sono molto "preoccupate" per il futuro
Bonomi nel suo primo discorso da neo eletto, pur dicendosi "onorato" per l'indicazione espressa ha chiarito subito che "non è tempo di gioire" perché le imprese sono molto "preoccupate" per il futuro. E non ha risparmiato un duro affondo alla politica: "Mi sembra molto smarrita in questo momento e non ha idea della strada che deve percorrere questo Paese".
Per la fase 2 no a proliferazione comitati, ne basta uno
Bene coinvolgere gli esperti per affrontare l'emergenza coronavirus e preparare la fase 2, ha sottolineato, ma "la proliferazione di comitati dà il senso che la politica non sa dove andare: aprirne uno a settimana senza chiare attribuzioni non può essere uno scudo dietro cui nascondersi per rinviare decisioni che devono essere chiare, e con tempi rapidissimi. Senza calendari diversi da Regione a Regione”.
Il presidente designato ha accusato inoltre senza mezzi termini i politici di aver esposto le imprese "a un pregiudizio fortemente anti-industriale: non pensavo più di sentire ingiurie verso le imprese che sono indifferenti rispetto alla vita dei propri collaboratori". Sentire certe affermazioni "da parte del sindacato mi ha colpito profondamente", ha sottolineato. Come non è stata "la strada giusta" quella di far indebitare le aziende con tempi di accesso alla liquidità che non sono immediati.
Due obiettivi per la road map: riprendere le produzioni ed evitare ondata di contagio
Bonomi ha disegnato la road map per ripartire: "Due sono gli obiettivi, riprendere le produzioni, perché solo quelle danno reddito e lavoro e non certo lo Stato, ed evitare una seconda ondata di contagio che ci porterebbe a nuove misure di chiusura che sarebbero drammatiche e devastanti". e tempo è cruciale perché "il tempo è nostro nemico e rischia di disattivare la nostra presenza nelle catene del valore aggiunto mondiale".
Nel Pil "una nuova e tremenda voragine"
Si sta aprendo infatti una "nuova e tremenda voragine" nel Pil che arriva in un momento già di debolezza, ha concluso Bonomi ma questa è una grande occasione per cambiare l'Italia: ci sarà bisogno dell’impegno di tutti, abbiamo una grande occasione per fare le modifiche strutturali di cui il Paese ha bisogno".
Il presidente uscente di Confindustria Vincenzo Boccia ha espresso "l'auspicio è che Carlo sia il presidente della ricostruzione dell'economia del Paese e per questo gli saremo tutti vicini, per lavorare uniti e insieme".
Mattioli "sorpresa più che amareggiata"
"Sono sorpresa molto più che amareggiata per l'esito del voto. Ero consapevole di dover sfidare un insieme di forze consolidato e l'ho fatto con determinazione, dice all'AGI Licia Mattioli, dal 2016 vicepresidente di Confindustria con delega all'internazionalizzazione e che era in corsa per la presidenza di Confindustria. "Il mio pensiero costante - dice - è per le imprese che lottano per la sopravvivenza ma non posso non chiedermi dove siano finiti i voti dei tantissimi che mi avevano espresso formale sostegno".
E poi sottolinea: "Ho messo in campo proposte concrete e idee che restano patrimonio di tutti, anche della nuova presidenza alla quale auguro buon lavoro".