La Federalberghi sta predisponendo un protocollo per la sicurezza di clienti e dipendenti che sottoporrà a breve al governo. Lo riferisce all'AGI il presidente Bernabò Bocca, convinto che vada trovato "un giusto compromesso tra salute ed economia".
"Gli alberghi - fa notare Bocca - non sono mai stati chiusi da un Dpcm ma il 95% ha interrotto l'attività per mancanza di clienti: non sono chiusi per decreto ma per mercato. La situazione è drammatica, aggravata dalla totale incertezza. Nella giunta della federazione tenuta due giorni fa, è emerso che la maggioranza non sa se le strutture resteranno attive. La domanda degli imprenditori è: ci sarò ancora a giugno? Se anche ripartisse il solo mercato italiano, le presenza sarebbero dimezzate rispetto allo scorso anno".
Ma per riaprire occorre in ogni caso garantire il rispetto della sicurezza: "Nessuno più di noi tiene alla salute di clienti e dipendenti: se predisponiamo un protocollo che preveda una serie di misure, dalla sanificazione degli ambienti all'uso di mascherine e gel disinfettanti, dobbiamo avere 'una bollinatura' dalle istituzioni. Questo anche perché, nel momento in cui si applica un protocollo comune ed ufficiale, si è al riparo da eventuali cause legali e conseguenti danni patrimoniali".
"In Germania le fabbriche sono aperte. Sbagliamo noi o loro?"
"In ogni caso - precisa - è importante che il protocollo non sia calato dall'alto e permetta alle imprese di lavorare". "Speriamo - aggiunge Bocca - che il governo abbia la volontà di far ripartire il turismo. Per la fase due si è iniziato con le cartolerie: ci aspettavamo qualche apertura in più dopo Pasqua, consci comunque che il nostro settore sarà in coda. Ma se l'esecutivo non ci mette nelle condizioni di operare, allora servono risarcimenti. Finora, noi non abbiamo visto un euro. Ciononostante, gli alberghi devono pagare gli ammortizzatori sociali ai dipendenti, gli affitti, le tasse. Nessuno ci è venuto incontro".
Secondo Bocca, le modalità di ripresa dell'economia andrebbero concordate a livello europeo: "In Germania le fabbriche sono aperte: sbagliamo noi o loro? È una pandemia mondiale e sarebbero necessarie regole comuni".