"L'Ue dimostri di essere all'altezza": è il monito lanciato dal premier italiano, Giuseppe Conte, all'Eurogruppo che ieri sera, dopo una maratona di 16 ore, non è riuscita a trovare un accordo sugli strumenti da mettere in campo per fronteggiare le conseguenze economiche del coronavirus. Il prossimo vertice dei ministri dell'Economia slitta a domani, ma intanto, lo spread questa mattina ha toccato quota 214, per poi attestarsi sotto i 200. Lo scontro che vede contrapposte principalmente l'Italia e l'Olanda è sui coronabond.
" L'Unione europea deve essere all'altezza del suo ruolo per affrontare la sfida che ha di fronte in questa fase e per farlo e' chiamata a compiere un deciso cambio di passo dal punto di vista politico e sociale", ha commentato Conte, in un'intervista all'Osservatore Romano, pubblicata sul sito Vatican News. "L'Europa è chiamata a compiere un cambio di passo dal punto di vista politico e sociale" .
"Per chi ha veramente a cuore l'Unione europea - ha continuato il premier - per chi crede in un'Europa unita, forte e solidale, all'altezza della sua storia e della sua civilta', questo e' il momento di compiere passi risoluti, sostenendo e promuovendo tutti i mezzi per la ricostruzione e la rinascita. Se vogliamo preservare la nostra casa comune, e' il momento di ragionare come una squadra. Solo cosi' potremo competere, virtuosamente, con gli altri attori globali nell'immane sfida sociale ed economica che seguirà la crisi sanitaria".
Lo stallo è sulle condizionalità concesse ai paesi membri per poter accedere alle linee di credito del Mes. L'ipotesi di condizioni minime o nulle per accedere ai fondi del Mes è nettamente respinta dall'Olanda, mentre Italia e Spagna restano sulle loro posizioni, chiedendo che i paesi possano accedere alle linee di credito del Fondo salva Stati con condizionalità speciali per fronteggiare l'emergenza sanitaria ed economica del coronavirus.
Sul tavolo resta anche la proposta della Francia, appoggiata dall'Italia, sulla creazione di un fondo per la ripresa attraverso l'emissione di titoli garantiti dal debito comune. Anche su questo punto le posizioni restano lontane, l'Olanda è nettamente contraria, salvo che si tratti di un prestito emesso solo a copertura dell'emergenza sanitaria. Secondo quanto riferito tuttavia, su questo potrebbe esserci uno spiraglio di apertura in una formulazione piu' vaga.