Con milioni di persone costrette in casa per l'emergenza coronavirus, le infrastrutture che permettono di navigare su internet sono sempre più sotto pressione. Telelavoro, videolezioni, giochi online e streaming sono il nuovo quotidiano per una porzione sempre più ampia di italiani. E questo si traduce in una crescita esponenziale della richiesta di internet in queste settimane.
Finora la rete ha retto e il rischio di un collasso sembra essere scongiurato. Ma sono chiari i segni di un diffuso rallentamento della rete che Ookla - tra le principali società che offrono la possibilità di testare la velocità della connessione - calcola intorno al 10%. Molti operatori hanno registrato un forte incremento del consumo di internet durante queste settimane di emergenza. Secondo gli ultimi dati forniti da Fastweb all'Agcom i momenti di picco si sono innalzati del 40%.
Tim, Vodafone WindTre e Fastweb: aumenti fino al 90%
Il Centro studi Tim ha registrato un aumento dei volumi sulla rete fissa del 90% e del 30% su quella mobile dall'inizio della crisi a oggi. Leggermente più contenuto quello registrato su rete fissa da Vodafone (55%) e mobile (30%). WindTre ha registrato, rispetto alla situazione pre-crisi, un aumento del traffico sul mobile di circa il 35%, sul fisso di oltre il 40%. Mentre Open Fiber stima che il traffico in download sia aumentato dal 40 al 70% (in base alla città, al numero di utenti collegati e al momento della giornata) mentre quello in upload addirittura del 300%.
Quest'ultimo dato, spiegano, è particolarmente significativo ed è spiegabile con il massivo ricorso in tutto il territorio nazionale allo smart working. Dati che confermano lo stress cui infrastrutture e operatori sono sottoposti in questi giorni. Durante la clausura, gli italiani telefonano, navigano, ma soprattutto guardano e giocano molto di più.
Solo Fastweb registra che per quanto riguarda la rete fissa, il volume di dati complessivo giornaliero si attesta di solito intorno a 10-12 PetaByte. In questi giorni ha raggiunto invece i 18-20 PetaByte.
Il test di tenuta più importante però non è il traffico totale ma l'intensità del picco. Se si regge quando arriva l'onda anomala, si riesce a gestire anche tutte le altre. Ed è quindi questo il dato che più racconta la singolarità del momento: i picchi, che di solito si fermano a 2,8 terabit al secondo, si sono arrampicati a 3,9 terabit al secondo (quasi il 40% in più).
Cambiata la composizione del traffico: il ruolo dei video, e dei giochi
Quello che sottolineano molti operatori è che assieme all'incremento del volume, è cambiata la composizione del traffico. Pesano sempre di più streaming e videogiochi, mentre la semplice navigazione e lo smart working per ora hanno un peso più gestibile. In termini di volume di dati giornalieri, il traffico video è cresciuto del 30% e rappresenta la metà del totale. Ancora più imponente è stata l'espansione dei videogiochi: il traffico è quadruplicato, fino a costituire il 15% del totale.
Sono questi i fattori che hanno convinto la Commissione europea a chiedere (e ottenere) da alcune piattaforme di streaming la riduzione delle qualità video: Netflix ha risposto riducendo il bitrate (cioè la velocità e quindi la qualità di riproduzione) in modo da tagliare un quarto del proprio peso sulle reti europee per 30 giorni. E anche Youtube ha adottato misure simili. La Commissione si è rivolta però anche agli utenti (per convincerli a usare meno dati mobili e, quando possibile, qualità di riproduzione più bassa) e agli operatori.
C'è da dire che gli operatori al momento non segnalano particolari criticità. Ma è un fatto che questa situazione di eccezionalità ha portato molti più italiani a connettersi alla rete, e a farlo più di frequente, utilizzando servizi online che fino a poco tempo fa mai avrebbero pensato di dover usare.
Una alfabetizzazione forzata alle tecnologie digitali che si riflette in una maggiore richiesta di connessione. Internet dovrebbe riuscire a reggere il colpo. Ma le prossime settimane rappresentano una sfida che coinvolgerà sia gli operatori che gli utenti, chiamati a un uso più consapevole dei propri dispositivi.