La Bce lascia i tassi fermi ma contro il coronavirus mette in campo altri 120 miliardi di euro di acquisti titoli sino alla fine dell'anno e annuncia nuove aste di liquidità dedicate soprattutto alle piccole e medie imprese. Ma è soprattutto ai governi che chiede di agire tempestivamente attraverso misure di bilancio "ambiziose" per evitare che lo choc si traduca in catastrofe economica. Un pacchetto di sostegno approvato all'unanimità dal comitato direttivo dell'Eurotower ma che è non piaciuto ai mercati i quali, già negativi, sprofondano definitivamente dopo l'annuncio.
L'obiettivo delle misure decise oggi è evitare crisi di liquidità e per raggiungerlo la banca centrale europea condurrà ulteriori operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Ltro). Le operazioni avverranno attraverso una procedura di asta a tasso fisso con pieno soddisfacimento della domanda a un tasso d'interesse pari al tasso medio del tasso sui depositi, attualmente pari a -0,50%. Saranno settimanali e dureranno fino all'8 giugno quando scatteranno i nuovi prestiti Tltro III i cui tassi di interesse saranno di 25 punti base inferiori al tasso medio applicato per le operazioni di rifinanziamento principale dell'Eurosistema.
Secondo la Bce, "sosterranno i prestiti bancari a quanti sono più colpiti dalla diffusione del coronavirus, in particolare le piccole e medie imprese". Infine, vengono messi sul piatto altri 120 miliardi di euro da utilizzare da qui alla fine dell'anno per il riacquisto titoli, soldi che si aggiungono ai 20 miliardi di euro al mese già previsti dal normale Qe.
Sul fronte bancario si registra poi la decisione dell'Eba di di rinviare al 2021 gli stress test a livello europeo "per consentire alle banche di dare priorità alla continuità operativa". La supervisione bancaria europea autorizza inoltre gli istituti a "utilizzare appieno i buffer di capitale e di liquidità, inclusi quelli del Pillar 2", con l'obiettivo "di adempiere al proprio ruolo nei finanziamenti all'economia reale nel momento in cui emergono gli effetti economici del coronavirus".
La nuova immissione di liquidità, avverte tuttavia la presidente della Bce, Christine Lagarde, rischia di rivelarsi inutile se i governi non faranno in fretta la loro parte. Per questo, sottolinea, "è necessaria una risposta delle politiche fiscali ambiziosa e coordinata per sostenere le imprese e i lavoratori a rischio". Quello che sta vivendo l'economia globale, rileva la numero uno dell'Eurotower, è "uno shock importante per le prospettive di crescita" che deve essere affrontato con tutti gli strumenti disponibili.
"L'efficacia della risposta, insiste Lagarde, "dipenderà dalla velocità e dalla forza dell'approccio collettivo di tutti, in particolare delle autorità di bilancio". Per il momento, spiega, l'impatto dell'epidemia può essere giudicato"severo ma temporaneo", ma soltanto a patto che "le giuste misure vengano messe in campo da tutti gli attori". E le misure messe in campo dai governi appaiono per ora insufficienti. "Se si sommano tutte i provvedimenti finora si arriva a 27 miliardi di euro, un quarto dell'uno per cento del Pil dell'area dell'euro", fa notare Lagarde.
Insomma, l'appello che arriva dall'Eurotower è: fare di più e fare presto prima che la situazione si avviti. Per il momento la Bce si è limitata a tagliare dall'1,2 allo 0,8% la sua stima di crescita dell'Eurozona nel 2020. Ma è ovvio che si tratta di numeri già superati dagli eventi e tutti i rischi sono orientati al ribasso. "Avevo detto che speravo di non dover mai fare un 'whatever it takes" e "non intendo passare alla storia per un 'whatever it takes due'", conclude Lagarde, il cui "non siamo qui per ridurre gli spread" ha avuto l'effetto di far schizzare alle stelle il differenziale tra Btp e Bund, che ha chiuso a quota 262, circa 60 punti in più rispetto all'apertura.