Continua in netto ribasso Piazza Affari, che arriva al giro di boa di metà giornata con il Ftse Mib in calo del 9,8% a 18,791 punti, tornando sostanzialmente ai livelli di fine 2018.
Sul paniere principale di Borsa Italiana le vendite abbattono bancari e petroliferi; quest'ultimi, in particolare, pagano il calo verticale del prezzo del greggio dopo lo scontro fra i paesi produttori, con l'Arabia Saudita che ha deciso di aumentare la produzione.
Fra gli istituti di credito, invece, soffrono maggiormente Unicredit (-13%) e Banco Bpm (-12%). Fra gli industriali Pirelli performa nettamente meglio dell'indice (-4,4%) e Fca perde l'8,7%.
Pesanti anche titoli più difensivi come le utilities; i farmaceutici limitano i cali con ribassi inferiori al 4%. Soffre, nella finanza, anche il risparmio gestito.
Il buon andamento di Piazza Affari di tutto il 2019 e il suo proseguimento nel 2020, fino ai massimi da dieci anni ad oltre 25 mila punti toccati a febbraio, sono così stati cancellati in poco più di due settimane.
In tutto il mondo i listini soffrono per la crisi coronavirus e la guerra petrolifera. A Hong Kong, l'indice Hang Seng è sceso del 4,23% a 25.040,46 punti. Nella Cina continentale, l'indice composito della Borsa di Shanghai cede il 3,01% a 2.943,29 punti. La Borsa di Shenzhen si flette del 3,79% a 1.842,66 punti.
I prezzi del petrolio riducono le perdite ma segnano sempre flessioni intorno al 20%. Il Wti (West Texas Intermediate, un tipo di petrolio utilizzato come benchmark sul mercato dei futures del NYMEX) cede il 19,09% a 33,40 dollari. Il Brent (greggio leggero dolce, l'altro prezzo di riferimento per gli acquisti di petrolio) cala del 18,22% a 37,02 dollari.
Il calo del petrolio è in parte influenzato dai timori per il coronavirus. Ma la paura principale resta quella di una guerra petrolifera dopo che l'Opec e la Russia non sono riusciti venerdì a raggiungere un accordo per tagliare nuovamente la produzione nel tentativo di alleviare il calo dei prezzi. Stamane i mercati azionari in Arabia Saudita e negli altri Paesi del Golfo sono sprofondati a livelli storicamente bassi.
La Russia, principale alleato dell'OPEC, si è opposta al taglio della produzione per mantenere alti i prezzi. I prezzi del petrolio sono scesi finora di oltre il 30% quest'anno.
Affondano i mercati asiatici: coronavirus e prezzi del petrolio condizionano il mercato azionario di Tokyo che chiude a oltre -5%.
Per il Nikkei è stato il risultato peggiore da oltre due anni: al termine degli scambi, l'indice-guida aveva perso il 5,07% collocandosi a 19.698,76 punti, qualcosa che non accadeva dal febbraio 2018.
Pesano anche i dati sul Pil: nel quarto trimestre il prodotto interno lordo giapponese ha registrato una contrazione dell'1,8%, contro una previsione dell'1,6%. Su base annua il calo è del 7,1%,, rispetto a previsioni che ipotizzavano una contrazione del 6,3%.
La banca centrale centrale giapponese risponderà "senza esitazione" alle incertezze dei mercati, ha dichiarato il governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, citato dall'agenzia Kyodo.
A picco la Borsa australiana, giù di oltre il 7%, il giorno peggiore dalla crisi finanziaria del 2008. L'indice guida ASX 200 è sceso del 7,33%, pari a 455,60 punti, e ha chiuso a 5.760,60, mentre il più ampio All Ordinaries ha perso il 7,40 percento, 465,10 punti, per finire a 5.822,40.
I prezzi del petrolio riducono le perdite al 20%
I prezzi del petrolio riducono le perdite ma segnano sempre flessioni intorno al 20%. Il Wti cede il 19,09% a 33,40 dollari. Il Brent cala del 18,22% a 37,02 dollari.
A Piazza Affari bruciati 14 mesi di rialzi
Il buon andamento di Piazza Affari di tutto il 2019 e il suo proseguimento nel 2020, fino ai massimi da dieci anni ad oltre 25 mila punti toccati a febbraio, sono stati cancellati in poco più di due settimane.
Con l'arrivo dell'epidemia di Coronavirus in Italia e con le drastiche misure prese dal governo per frenare i contagi il Ftse Mib è infatti tornato ai livelli di dicembre 2018, quando aveva toccato un minimo di 18.397 punti rispetto ai 18.470 toccati oggi.
Piazza Affari cerca di stabilizzare le perdite al 9%
Piazza Affari cerca di 'stabilizzare' i propri ribassi con il Ftse Mib che, dopo aver toccato il -11%, ricuce fino a -8,8%, tornando leggermente sopra quota 19mila punti. Di fatto l'indice principale di Borsa Italiana ha cancellato tutti i rialzi realizzati dalla crisi politica dello scorso agosto e, da inizio anno, perde circa il 20%. Anche in questo momento sono diversi i titoli sospesi: spiccano quelli delle due principali banche del Paese, Intesa Sanpaolo e Unicredit (rispettivamente -7,4% e -11,7% teorici); fermi anche altri due giganti come Enel e Eni, assieme a gruppi come Tim e Pirelli. Il calo verticale del greggio penalizza i petroliferi, mentre fanno meglio del mercato titoli con una maggior diversificazione geografica, come Campari (-3,44%), più difensivi, come le utilities, o di settori come il farmaceutico, meno dipendenti dal ciclo.
Le borse asiatiche perdono intorno al 4%
I mercati azionari cinesi in linea con i principali mercati asiatici, con Hong Kong in calo di oltre il 4% in chiusura. I listini sono presi dal panico per l'aggravarsi dell'epidemia di coronavirus in tutto il mondo e per il tonfo dei prezzi del petrolio.
A Hong Kong, l'indice Hang Seng è sceso del 4,23% a 25.040,46 punti. Nella Cina continentale, l'indice composito della Borsa di Shanghai cede il 3,01% a 2.943,29 punti. La Borsa di Shenzhen si flette del 3,79% a 1.842,66 punti.
La borsa di Milano apre a -11%
A Piazza Affari continuano a esserci alcuni titoli che non riescono a fare prezzo ma, man mano che sempre più azioni aprono il calo del Ftse Mib si amplia. A circa 50 minuti dall'apertura l'indice principale di Borsa Italiana segna -11%. Tutti i titoli ora hanno aperto e stanno scambiando, o sono momentaneamente sospesi. Tra i maggiori ribassi Banco Bpm con -18% virtuale. Saipem -25%, Eni -20%, Tenaris -19%, tutti titoli legati al petrolio. Unicredit sospesa sul -17%, Fca -15% teorico, Azimut -19%.
Tutte le borse europee in profondo rosso
Apertura in profondo rosso per le Borse europee: sui listini pesano i timori del diffondersi del coronavirus e il crollo dei prezzi del petrolio dopo il mancato accordo tra Opec e Russia per un nuovo taglio della produzione.
A Parigi il Cac 40 cede il 4%, Madrid perde il 7%, Londra perde quasi l'8%, il Dax di Francoforte cede l'8%.
A Piazza Affari solo 10 titoli in contrattazione
Indice Ftse Mib sul -2,05% dopo pochi minuti dalla campanella di avvio delle contrattazioni. Solo una decina di titoli però ha finora aperto, complici i forti ribassi di prezzo che ne determinano la sospensione. Tra questi Generali -7,9%, Stm -9,8%, A2A -10,8%, Terna -6,9%. In rialzo invece Italgas con un +1,4%. Italgas è sospesa con un ribasso del 7,5%. In contrattazione anche Unipol con un -10,9%.
Mef: adottate misure limitate nel tempo
Le misure economiche del governo sono "vigorose" ma comunque "limitate nel tempo". In una lunga nota il Tesoro rileva che "le decisioni prese dal governo negli ultimi giorni rientrano in una logica coerente, incentrata sul contenimento dell’epidemia COVID-19 e delle sue ricadute sulla salute degli italiani, sul sistema sanitario nazionale e sull’economia".
Fiammata dello spread
Lo spread tra il Btp decennale e l'omologo Bund tedesco apre in netto rialzo per l'effetto coronavirus. Il differenziale, sulla piattaforma Investing, si attesta a oltre 218 punti, contro la chiusura a 180 di venerdì e ai massimi da agosto 2019. Il rendimento del decennale avanza all'1,318%.
Previste aperture pesanti per le borse europee
I futures segnalano una giornata pesante per Piazza Affari, così come per gli altri listini europei. Dopo gli ultimi provvedimenti presi dal governo per limitare i contagi del coronavirus, la Borsa di Milano è vista a -7%
Il Wti perde il 28,68% e il Brent il 26,51%
Il prezzo del petrolio affonda sui mercati asiatici con perdite che sfiorano il 30%, dopo essere andato oltre i minimi registrati nel 1991. Il Wti cede il 28,68% a 29,44 dollari e il Brent perde il 26,51% a 33,27 dollari.
Sul Giappone torna lo spettro della recessione
L'economia giapponese si è contratta più del previsto nel trimestre ottobre-dicembre, manifestando una fragilità economica che ha cause precedenti ai timori causati dalla diffusione globale del coronavirus.
I numeri rivisti al ribasso hanno indotto gli economisti a paventare nuovamente il rischio recessione, che sarebbe la prima dal 2012, trainata soprattutto dal calo delle esportazioni. Il prodotto interno lordo del Paese è stato rivisto con una contrazione dell'1,8%, un calo più accentuato rispetto alla contrazione dell'1,6% stimata a febbraio.
Titolo Hyundai Motor in calo del 4,52%
Le azioni del colosso automobilistico Hyundai Motor perdono il 4,52% sul mercato di Seul.
Hong Kong e Shanghai aprono in calo, 3,8% e 1,56%
Apertura in calo per le Borse di Hong Kong e di Shanghai, in primo luogo a causa della diffusione globale del coronavirus. A Hong Kong l'avvio ha segnato un meno 3,8%, mentre più contenuto il calo di Shanghai, 1,56%.
Rendimenti titoli di Stato Usa calano allo 0,5%, mai così bassi
Il rendimento dei titoli di Stato Usa calano per effetto della crisi delle borse legata alle paure di una maggiore diffusione del coronavirus. I Treasury a 10 anni sono scesi allo 0,53%, mai così bassi nell'intera serie storica, quelli a 30 anni ora rendono l'1,034%, altro record a ribasso nella storia dei titoli di Stato degli statunitensi.
Petrolio e coronavirus affossano futures Wall Street
Si preannuncia un'apertura di passione per i mercati, a causa dell'emergenza sanitaria per il coronavirus e dei timori per una guerra petrolifera. Lo preannunciano il forte calo dei future sul greggio: il contratto sul Wti, nelle contrattazioni elettroniche, è arrivato a perdere fino al 30% portandosi ai minimi da 1991. Attualmente la perdita è del 21% a 32,62 dollari. Petrolio e coronavirus stanno anche mandando in profondo rosso i futures sul Dow Jones, -3,76%, e sul Nasdaq, mentre si attende l'apertura dei mercati asiatici.
Giappone: Pil -1,8% nel quarto trimestre, su base annua -7,1%
Nel quarto trimestre il prodotto interno lordo del Giappone ha registrato una contrazione dell'1,8%, contro una previsione dell'1,6%. Su base annua il calo è del 7,1%,, rispetto a previsioni che ipotizzavano una contrazione del 6,3%.
Tokyo in calo oltre 3%
L'emergenza coronavirus e i prezzi del petrolio in calo condizionano l'avvio del mercato azionario di Tokyo: si registra una flessione di oltre il 3% nei primi scambi.