Nell’ultimo trimestre del 2019 l’attività produttiva metalmeccanica è stata caratterizzata da un’ulteriore forte contrazione. Lo si legge nell'indagine congiunturale di Federmeccanica. I volumi di produzione sono, infatti, diminuiti dell’1,3% rispetto al precedente trimestre e del 4,6% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente. Mediamente nel 2019 la produzione metalmeccanica ha evidenziato una flessione media pari al 3% rispetto al 2018 con cali pesanti per la meccanica strumentale (-2,8%), per i prodotti in metallo (-4,4%) e in particolare per l’automotive che ha perso circa dieci punti di produzione.
Complessivamente i nostri attuali livelli di produzione metalmeccanica risultano inferiori del 27,6% rispetto al periodo pre-recessivo (primo trimestre 2008) e, nel confronto con i principali paesi dell’area Ue, siamo in ultima posizione superati anche dalla Spagna. Una situazione, spiega Federmeccanica, particolarmente grave considerando anche le difficoltà dell’industria metalmeccanica europea dove la maggiore economia, la Germania, ha ridotto, sempre con riferimento al quarto trimestre, i volumi di produzione metalmeccanica dell’8,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
Le dinamiche produttive osservate sono state determinate oltre che dall’andamento della domanda interna, anche da una diminuzione delle esportazioni metalmeccaniche che nell’ultimo trimestre dell’anno hanno registrato una contrazione in valore dell’1,0% rispetto allo stesso periodo del 2018 con cali maggiori verso la Germania (-2,6%) e la Francia (-1,8%) e, tra i paesi extra comunitari, verso la Cina (-5,2%) e la Turchia (-8,6%). Relativamente al fattore lavoro, si evidenzia, nel 2019, una diminuzione degli occupati nella grande industria dell’1,3% e un incremento delle ore autorizzate di CIG del 64,1%.
"Il 2019 è stato per la meccanica un anno difficilissimo - commenta Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica - e il 2020 può esserlo ancora di più. Il cambiamento che stiamo vivendo è profondo e strutturale: di produzione, di tecnologie, di filiere, di infrastrutture, di competenze e di organizzazione del lavoro. L’incertezza è dilagante e pervasiva. La congiuntura economica che stiamo vivendo non ci aiuta e le “crisi” hanno cicli sempre più ravvicinati con esiti imprevedibili, come quella che ora ci troviamo ad affrontare per l’emergenza coronavirus. Dobbiamo quindi agire sempre, e in ogni campo, affinché le imprese possano operare in un contesto sostenibile che permetta loro di essere competitive".