I timori di un contagio globale da coronavirus e le sue conseguenze sull'economia reale affossano le Borse europee che chiudono tutte in profondo rosso bruciando 318 miliardi di euro. In netto calo anche Wall Street nonostante le rassicurazioni del presidente Donald Trump che ha parlato per Usa di "rischio molto basso". Ma il calo dei listini asiatici e l'affondamento di quelli europei sta spaventando anche gli investitori americani.
In rialzo invece l'oro, bene rifugio per eccellenza, dello 0,6% a 1.652 dollari l'oncia. Per i listini europei, se anche domani la giornata sarà negativa, si prospetta la peggior settimana dal 2011, anno della grande crisi finanziaria e dei debiti sovrani. A spaventare gli investitori c'è il fatto che per la prima volta i dati di contagio fuori dalla Cina hanno superato quelli all'interno del paese.
A causa di tutto questo, a Parigi il Cac ha perso il 3,32% a 5.495,60 punti, a Londra l'Ftse 100 è arretrato del 3,50% a 6.796,30 punti, dopo aver perso oltre il 4% nella sessione, peggior calo da agosto 2015, a Francoforte il Dax è scivolato del 3,19% a 12.367,46 punti.
Molto male anche Milano dove l'Ftse Mib ha chiuso a -2,66%, perdendo 17,7 miliardi e portandosi a circa 650 miliardi di capitalizzazione. In forte rialzo anche lo spread tra Btp e Bund che si è attestato a 162 punti, dopo essere volato a 164 punti in giornata. A far decollare il differenziale e' la paura di una pandemia e il rischio molto serio che l'Italia, percepita come l'epicentro del coronavirus in Europa, finisca in recessione. Il rendimento del decennale e' salito all'1,07%.
Tornando agli Stati Uniti c'è da segnalare il rallentamento del Pil che nel 2019 si attesterà al 2,3% contro il +2,9% del 2018. Il timore degli esperti è che nei mesi a venire possa essere interrotta e ostacolata dalla diffusione del coronavirus. Un primo segnale negativo nel quarto trimestre è stata la spesa per consumi degli americani, il principale motore dell'economia a Stelle e Strisce, rivista al ribasso al +1,7%, contro il +3,2% del precedente trimestre. Gli investimenti fissi delle imprese, esclusi gli alloggi, sono diminuiti del 2,3% rispetto a un calo iniziale dell'1,5%.
Le aziende spendono meno per le attrezzature, in particolare per estrarre petrolio e gas. Infine sul fronte valutario l'euro si è rafforzato rispetto al dollaro sopra quota 1,09. A interrompere il rally della divisa Usa la discesa della curva dei rendimenti sui Treasuries, con tassi ai nuovi minimi storici sul tratto a 2 e 10 anni. La moneta europea è passata di mano a 1,0981 dollari e a 120,83 yen. Giù il dollaro/yen a 110,01. La sterlina è in calo sul dollaro a 1,2869 e anche sull'euro perde l'1,05% a 85,24 pence, ai minimi da inizio mese.