Una rivoluzione esperienziale, digitale e commerciale legata al turismo del vino e dell’enogastronomia italiana. Quella che due giovani ingegneri, Filippo Galanti e Matteo Ranghetti, propongono all’edizione 2019 del Vinitaly di Verona, è un’idea che agli imprenditori del settore vitivinicolo piace e affascina. Così nasce Divinea, un portale per “avvicinare le persone al vino e portarle in cantina” e permettere loro “di andare oltre una normale degustazione o il semplice tour”.
Ma non solo, racconta Galanti. “Vogliamo accompagnare le realtà imprenditoriali che hanno già molte idee, conoscendo perfettamente la loro materia e il territorio in cui vivono, in un percorso nuovo dando loro gli strumenti tecnologici e il supporto pratico per metterle a terra in maniera ordinata ed efficace”. I due fondatori hanno cominciato visitando cantine in tutta Italia per comprendere le loro reali esigenze e quelle dei loro visitatori e si sono resi conto di quanto le aziende vinicole italiane fossero ancora “poco digitali” soprattutto in materia enoturistica.
Per questo Divinea è anche una società “che offre potenzialmente servizi tecnologici alle oltre 300 mila aziende vitivinicole per la loro digitalizzazione”. Un partner tecnologico che non si limiti però al semplice supporto ma miri all’obiettivo di trasformare quella che in Italia, dal punto di vista esperienziale, Galanti descrive come “una grande opportunità”.
Punto primo. Migliorare l’esperienza delle persone in cantina
Divinea permette di scoprire e prenotare direttamente online esperienze enoturistiche autentiche e personalizzabili. Già ora, online, è presente una vasta offerta di oltre 300 attività che si rivolgono a tutti gli amanti del buon vino e della buona cucina, agli esperti del settore e a chiunque voglia passare del tempo nelle più belle cantine italiane.
“Il vero cambiamento che vogliamo apportare è proprio a livello di format disegnando un mondo dove il vino diventi il pretesto per fare qualcosa di diverso e più coinvolgente” dice Galanti, e per conoscere più a fondo territori, storie imprenditoriali e prodotti. Oltre al solito ecommerce e all’usuale marketplace c’è di più. Basta saperlo costruire e diffondere. Dai pic-nic in mezzo alle vigne ai giri in elicottero, dai percorsi in bicicletta al relax dello yoga immersi nella natura, dalla caccia al tartufo ai tour in auto d’epoca. Non manca nulla.
Punto secondo. Lo sviluppo digitale delle cantine
“L’obiettivo finale”, ricorda Galanti, “è far sì che l’imprenditore agricolo si preoccupi solo di ricevere le persone in cantina”. Per questo Diivinea si occupa della realizzazione di tutti i contenuti sia testuali che multimediali. Inoltre, attraverso l’implementazione di un sistema tecnologico widget che va ad automatizzare tutto il processo di fruizione e propagazione delle informazioni, di promozione e vendita, la startup migliora il sistema di visibilità e della prenotazione delle esperienze direttamente nei siti web delle cantine e in quelli di alcuni portali turistici territoriali, come i consorzi, permettendo loro di semplificare il processo di prenotazione, pagamento, gestione delle prenotazioni e dei dati degli utenti.
Da una parte, quindi, esiste la piattaforma di Divinea dove trovare le migliori esperienze legate alla cantina e al vino; dall’altra, parallelamente, c’è la consegna di una tecnologia performante per la realtà agricola che faccia sì che il cliente possa prenotare direttamente dal sito in un maniera meno complicata e farraginosa rispetto al passato.
E presto ci saranno altre due novità tech, come anticipa Galanti: “Una nuova piattaforma che verrà rilasciata nelle prossime settimane, ancora più completa e facile da usar, e lo sviluppo di un software, realizzato con un partner tecnologico, richiestoci proprio dalle cantine”. Un altro tassello in questo accompagnamento digitale di apertura al mondo.
Punto terzo. L’educazione e la formazione delle cantine
Per i due fondatori l’aspetto legato all’educazione digitale occupa un ruolo centrale in Divinea. Ma anche lo scambio di informazioni preziose e un elemento da esaltare e diffondere. “Alcune buone pratiche svolte all’interno di una cantina possono essere utili per altre, soprattutto quelle più piccole”.
Una circolazione di idee ed esempi virtuosi che migliorano l’esperienza offerta. “Ti faccio un esempio: diverse cantine hanno iniziato a spillare il vino direttamente dalle botti per evitare di aprire bottiglie d’annata quando hanno pochi visitatori. E hanno scoperto che questa dal punto di vista scenico questa era una pratica molto più curiosa e divertente per i presenti”. Divinea, grazie alle sue attività, vuole insomma creare una capillare rete per far circolare informazioni utili a far crescere tutto il movimento enoturistico italiano.
La storia di Divinea
La presentazione del primo prototipo al Vinitaly è stato solo il primo passo per i due giovani ingegneri. Un passo decisivo però per convincerli a lasciare il loro lavoro e per dedicarsi esclusivamente alla nuova startup innovativa creata a maggio del 2019, un mese dopo.
A giugno, Divinea è entrata a far parte del programma di accelerazione di Le Village by Crédit Agricole, aprendo gli uffici a Milano. Successivamente è arrivato l’aumento di capitale di 250 mila euro che ha permesso l’allargamento del team, oggi sono 8 le persone che lavorano full time al progetto, e allo sviluppo tecnologico e commerciale della piattaforma e del software. Tra questi ha una particolare rilevanza l'ingresso del CTO Andrè Silva, ex Direttore Tecnico della Caixa Federal, una delle principali banche del sud America.
Ad oggi le cantine coinvolte sono oltre 150, tra cui alcuni nomi eccellenti come quella di Massimago in Valpolicella, Prime Alture in Oltrepo’ Pavese, Mamete Prevostini in Valtellina, Castello di Volognano in Toscana, La Morandina in Piemonte e Marco Carpineti nel Lazio. Ma anche diverse novità come LazioTommasi e Allegrini in Valpolicella, Mazzei e Capezzana in Toscana, Giorgio Mercandelli in Oltrepò Pavese, Lungarotti e Arnaldo Caprai in Umbria e Firriato in Sicilia. Ma il numero è in esponenziale crescita.
Del resto, il futuro di Divinea, dopo il consolidamento del mercato italiano, potrebbe espandersi anche in altre direzioni: dall’esportazione del modello innovativo anche in altri Paesi che hanno una radicata cultura del vino, come la Francia, all’allargamento dello stesso ad altri prodotti per diventare punto di riferimento per una tipologia di turismo connessa alle aziende agricole più in generale. Sempre, però, “mettendo al centro la persona” e la sua voglia di vivere esperienze sempre più legate ai territori e alle loro bellezze.