Monta la protesta dei lavoratori di Air Italy, dopo che l'azienda ha annunciato la sua liquidazione e conseguentemente il licenziamento di 1.450 dipendenti. In vista dell'incontro col governo, i lavoratori della compagnia aerea sono stati in assemblea all'aeroporto di Malpensa, sono riuniti in modo permanente nell'aeroporto di Olbia, e martedì saranno a Cagliari per un sit-in davanti al palazzo del Consiglio regionale, nella centralissima via Roma.
Poi sarà la volta della Capitale: all'appuntamento di mercoledì, al Ministero dei Trasporti (al quale sono stati convocati oltre ai sindacati di categoria, Ampav, Anac, Associazione Piloti e i presidenti di Sardegna e Lombardia) è previsto un altro presidio. I manifestanti indosseranno una t-shirt per la quale sono stati raccolti 5 euro a testa tra i lavoratori riuniti in assemblea. Sulla maglietta verrà impressa la scritta '#salvate air Italy', e sotto un'altra parola: 'Liquidati'.
Alle manifestazioni sono presenti tutte le categorie di lavoratori: piloti, assistenti di volo, personale di terra. "Abbiamo ricevuto 1.500 lettere, che debbono diventare 1500 volti e 1.500 famiglie, da rispedire al mittente", ha detto Rosario Caciuottolo, della Uil Trasporti, secondo il quale "nessuno di noi in 30 anni ha mai assistito a un'operazione di una tale veemenza e violenza. Nessuno di noi se la merita. Dobbiamo difendere il nostro Paese, il nostro reddito, il nostro diritto di lavoratori".
Il governo chiede di cambiare la procedura
I sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil sono ora determinati a far sentire la loro voce e chiedono agli azionisti soluzioni e alternative concrete per permettere ad Air Italy di proseguire l'attività. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, nei giorni scorsi ha ribadito la volontà del governo di adottare tutte le misure necessarie per consentire "di prolungare l'attività della compagnia il più a lungo possibile", mentre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha chiesto ai commissari liquidatori, Franco Maurizio Lagro ed Enrico Laghi, di cambiare la procedura perché "la liquidazione danneggia pesantemente i lavoratori e la possibilità di garantire il trasporto aereo sulla Sardegna".
Il 25 febbraio, invece, è in calendario lo sciopero nazionale del trasporto aereo. Uno sciopero che era stato indetto per tutto il comparto ma giocoforza "Air Italy sarà la reginetta", ha detto Rosario Caciuottolo della Uilt-Uil aggiungendo che "al peggio non c'è mai limite e persino in Alitalia sono rimasti a bocca aperta dopo aver sentito il trattamento che ci hanno riservato". "La politica può intervenire per fare tutto - ha aggiunto - mettendo in campo possibili soluzioni come l'amministrazione straordinaria, ma noi crediamo che bisogna azzerare tutto e prendere tempo per trovare una soluzione alternativa alla liquidazione in bonis". Martedì, inoltre, dalle 9 alle 15, si terranno due presidi contemporanei davanti alla regione Lombardia e alla regione Sardegna.
Anche la Chiesa scende in campo a sostegno dei dipendenti di Air Italy. Il vescovo di Tempio Sebastiano Sanguinetti ha incontrato una delegazione di dipendenti della compagnia messa in liquidazione composta da piloti, personale di bordo, amministrativo e maintenance. "Di autentico dramma si tratta – ha detto il Vescovo – sia per il personale e le loro famiglie che improvvisamente si trovano senza lavoro e senza alcuna garanzia di accompagnamento, quali gli ammortizzatori sociali, sia l’intero territorio gallurese e regionale, che si vede privato di uno dei volani dell’economia degli ultimi cinquant'anni. Un danno sotto il profilo umano, sociale ed economico di incalcolabili proporzioni”.
Sempre sul fronte delle compagnie aeree, desta inquietudine intanto tra i dipendenti le indiscrezioni secondo cui a partire dal mese di aprile Alitalia chiuderà due rotte di lungo raggio, la prima verso Seul, la seconda diretta a Santiago del Cile. Prevista inoltre, sempre secondo quanto si apprende, la scadenza del contratto di leasing di due Airbus e un Boeing sempre di lungo raggio.