Come ai tempi della Grande Crisi. È da più di 10 anni che non si registra un calo trimestrale della domanda di petrolio. Dopo l'Opec, è stato il turno dell'Agenzia Internazionale dell'Energia di lanciare l'allarme degli effetti del coronavirus sul greggio. L'agenzia con sede a Parigi ha tagliato drasticamente le previsioni per il 2020 sulla domanda globale di 365 mila barili al giorno, che scende così a 825 mila barili al giorno, il livello più basso dal 2011.
L'Aie ha anche stimato un calo di 435 mila barili al giorno della domanda complessiva di petrolio nel primo trimestre che, ha precisato, rappresenterebbe il primo calo trimestrale in oltre dieci anni. Precisamente è dal 2009 che, a livello trimestrale, non si registra una diminuzione. Ieri era stato l'Opec a ridurre le stime di 230 mila barili al giorno rispetto alla previsione precedente.
Il rallentamento delle attività, riferisce Reuters, ha portato la società di raffinazione China National Chemical Corp a chiudere un impianto da 100 mila barili al giorno nella Cina Orientale e a ridurre le attività di altre due raffinerie a causa della caduta della domanda di carburante. In questo clima, la Russia deve ancora decidere se dare il via libera ai tagli decisi la settimana scorsa dal Comitato tecnico dell'Opec+.
La proposta è di un'ulteriore riduzione di 600 mila barili al giorno, circa lo 0,6% dell'offerta, che porterebbe i tagli a 2,3 milioni considerando gli 1,7 milioni di barili già in atto. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che la Russia annuncerà la sua posizione "a tempo debito". In ogni caso gli analisti sono moderatamente ottimisti sull'esito della risposta russa.