La manovra 2020 si appresta a tagliare lunedì l'ultimo traguardo parlamentare con un nuovo voto di fiducia. Per scongiurare il rischio di esercizio provvisorio, l'esecutivo ha 'blindato' il testo in seconda lettura e la Camera licenzierà il provvedimento senza alcuna modifica rispetto al restyling approvato al Senato (sempre con fiducia) dopo un iter tormentato che ha messo a dura prova la tenuta del governo.
"Un piccolo miracolo"
Per la maggioranza si tratta di "un piccolo miracolo". "Con la Legge di Bilancio non ci limitiamo a mettere il Paese e i conti in sicurezza, ma vogliamo intraprendere un cammino ambizioso che attraverso il dialogo e il confronto con tutti punta a rendere l'Italia un Paese non solo più prospero ma più giusto e più unito", ha sottolineato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri in una lettera pubblicata da Avvenire. Ma le opposizioni sono insorte accusando il governo di censura.
I deputati di Lega, Fi e Fdi, nel corso dei loro interventi in Aula, hanno parlato di una situazione "gravissima per il Paese" e hanno accusato il presidente della Camera, Roberto Fico, di violazione del regolamento. Fdi ha chiesto e ottenuto un ampliamento dei tempi della discussione, ma alcuni dei deputati della maggioranza hanno rinunciato a intervenire, optando per il deposito del testo, proprio per accelerare il processo.
"Un ramo del Parlamento ha subito una censura sulla legge fondamentale dell'anno: si tratta di un gravissimo vulnus per la democrazia", ha affermato la relatrice di minoranza Rebecca Frassini (Lega).
Fico respinge le accuse
Fico ha respinto le accuse: "Anche io non sono contento dei tempi, non potrei esserlo né da presidente della Camera, ne' da deputato. Ho usato tutti gli strumenti possibili, non possiamo andare oltre perché c'è il rischio dell'esercizio provvisorio e" la necessità "di mandare la legge al Capo dello Stato per firmarla. Io - ha concluso - non ho violato in alcun modo il regolamento".
Nel corso dell'iter al Senato la manovra è lievitata oltre 31 miliardi (per circa la metà in deficit): le modifiche apportate dal governo e dal Parlamento valgono circa 3 miliardi. Sterilizzate totalmente le clausole di salvaguardia per il 2020, si dovranno comunque disinnescare aumenti di Iva e accise per 20,1 miliardi nel 2021 e 27,1 miliardi nel 2022. Prevista anche una clausola salva-spesa con l'accantonamento di 1 miliardo di euro nel 2020 per assicurare il conseguimento degli obiettivi programmatici di bilancio.
La battaglia 'no tax' dei renziani
Le micro tasse, ovvero l'imposta sulla plastica e sulle bevande zuccherate, e la stretta sulle auto aziendali hanno tenuto banco nel dibattito pubblico e hanno creato non poche tensioni all'interno della maggioranza, con Italia Viva che ha condotto una vera e propria battaglia 'no tax' che ha portato a riscrivere le principali misure di entrata. Nel 2020 il gettito della plastic tax è stato quindi ridotto dal miliardo atteso inizialmente a 140,5 milioni, praticamente azzerata la stretta sulle auto aziendali così come la sugar tax sulle bevande zuccherate.
Per compensare la marcia indietro sulle micro-tasse è stata introdotto la Robin tax al 3,5% sui concessionari pubblici con la platea ristretta al settore dei trasporti, una nuova stretta sui giochi da oltre un miliardo di euro e un'operazione da 460 milioni sui trasferimenti a Rete ferroviaria italiana per utilizzare altri 400 milioni di risparmi 2019 da reddito di cittadinanza e quota 100. Una fetta consistente delle coperture è stata garantita dal dl fiscale collegato approvato in via definitiva dal Senato.