Si è tenuto lunedì al ministero dello Sviluppo Economico il primo incontro tra governo, ArcelorMittal e commissari straordinari di Ilva in amministrazione straordinaria (as) per preparare il terreno ad un nuovo accordo sulla gestione dell'ex Ilva. L'incontro viene definito "buono" dalle fonti vicine al dossier. Il clima è stato positivo, anche perché - si osserva - un segnale diverso, rispetto all'iniziale volontà di recedere dal contratto di fitto, ArcelorMittal lo ha dato. In questo primo incontro si è soprattutto messo a punto un percorso di temi da discutere ed affrontare. Un nuovo incontro è fissato per mercoledì. L'obiettivo è quello di fare un negoziato serrato in modo da arrivare prima dell'udienza del 20 dicembre al Tribunale di Milano ad un memorandum nei quali fissare i principi chiave a partire dal nuovo piano industriale dell'azienda.
La prima udienza e il rinvio
ArcelorMittal un mese fa ha notificato ad Ilva in amministrazione straordinaria il suo intendimento di recedere dal contratto di fitto del gruppo siderurgico ed ha presentato altresì un atto di citazione verso gli stessi commissari Ardito, Danovi e Lupo al Tribunale di Milano. Nell'atto, ArcelorMittal chiede al Tribunale di accertare e dichiarare i motivi del recesso adducendo una serie di ragioni tra principale e subordinate. Contro questo disimpegno, però, Ilva in as ha fatto opposizione, depositando al Tribunale di Milano un ricorso cautelare urgente (ex articolo 700 del Codice di procedura civile) e dichiarando il recesso di Mittal del tutto infondato per mancanza assoluta di presupposti di fatto e in diritto anche in via ipotetica.
La prima udienza per discutere il ricorso cautelare urgente si è svolta il 27 novembre. Ma poiché c'era già stato, alcuni giorni prima a Palazzo Chigi, un nuovo confronto tra i Mittal, a capo dell'omonima multinazionale, il premier Conte e i ministri Patuanelli (Mise) e Gualtieri (Mef), confronto nel quale si è deciso di aprire il negoziato per vedere se è possibile giungere ad una nuova intesa, i legali delle due parti hanno chiesto al giudice - che ha acconsentito - un rinvio al 20 dicembre. Per questa data è infatti calendarizzata la seconda udienza a Milano, ma questo lasso di tempo si vuole usare per provare ad avvicinare le parti per mettere in pista una Ilva 2. Prima del 20 dicembre, però, sia il Governo che Ilva in as vorrebbero portare a Taranto, al Tavolo istituzionale convocato per il 18 in Prefettura dal ministro Patuanelli, qualche buona notizia sull'esito del negoziato.
Verso il "cantiere Taranto"
Vero è che il Tavolo del 18 a Taranto riguarderà principalmente lo stato di avanzamento del Contratto istituzionale di sviluppo e la rifocalizzazione dei suoi obiettivi (disponibile, un miliardo tra nuovi fondi stanziati e vecchi riprogrammati) ma anche il Cantiere Taranto lanciato dal premier Conte come ulteriore sostegno alla città pugliese, ma dalla situazione Ilva e dai rapporti con ArcelorMittal, spiegano le fonti, non si puà prescindere. E quindi, aggiungono, qualcosa, delle notizie, il 18 dicembre bisognerà pure darla in Prefettura a Taranto.
Nuovo piano industriale, maggiore spinta al risanamento ambientale della fabbrica, più spazio alle tecnologie, tutela della salute e del lavoro, sono le linee guida del nuovo piano ArcelorMittal che il governo, a partire dal premier, ha raccomandato alla multinazionale ottenendone un primo consenso di massima. È chiaro che sono tutti capitoli che adesso vanno riempiti di contenuti, il che non si presenta affatto facile e semplice. Punto critico è l'occupazione.
Il nodo degli esuberi
Da novembre 2018, Mittal ha assunto da Ilva in as 10.700 persone di cui 8200 a Taranto. Adesso, sia per la riduzione di produzione prevista a Taranto, sia per la crisi del mercato dell'acciaio, Mittal vuole fare un consistente taglio di manodopera. Cinquemila addetti in meno è il numero circolato giorni fa.
Ma il Governo su questo fa muro. Non è disposto ad approvare esuberi strutturali nel gruppo siderurgico, semmai - si osserva - si può ricorrere a strumenti transitori come gli ammortizzatori sociali per la gestione delle criticità rappresentate dal mercato dell'acciaio. In altre parole, ricorso alla cassa integrazione per circa 2500 addetti. Da rilevare che a Taranto c'è già la cassa integrazione ordinaria per crisi di mercato dallo scorso luglio. Dal 2 luglio al 28 settembre ha interessato per 13 settimane 1395 lavoratori e dal 30 settembre ad oggi sta interessando, per ulteriori 13 settimane, 1276 lavoratori.