Sul nodo ex Ilva "la situazione si è rimessa su binari positivi". Lo assicura il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, che non nasconde una strada in salita: "Sarà un negoziato difficile, da affrontare con determinazione, ma che puo' concludersi con un rilancio e con la presenza ancora dei Mittal, coniugando sviluppo e ambiente. Si è riaperto un tavolo di negoziato sulla base di alcune idee comuni sufficientemente convenute tra le parti".
E una prima schiarita è arrivata la mattina dall'azienda: all'indomani della riunione a palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte e altri esponenti di governo, ArcelorMittal assicura che ora le "discussioni continueranno con l'obiettivo di raggiungere al più presto un accordo per una produzione sostenibile di acciaio a Taranto". Un incontro che AmInvestco, in una nota diffusa in tarda mattinata, ha definito "costruttivo". Ieri il premier, dopo colloqui durati oltre quattro ore con Lakshimi Mittal e il figlio Aditya, proprietari del colosso siderurgico, ha annunciato che il governo e' pronto ad adoperarsi per rinviare il processo all'azienda a condizione pero' che venga garantita la produzione e il normale funzionamento degli impianti a Taranto.
Soddisfatto Paolo Gentiloni, il prossimo commissario europeo per gli Affari economici e monetari: "Il governo sta facendo bene a fare ogni sforzo per costringere l'azienda a mantenere i propri impegni e farebbe bene il governo a mantenere anche i propri, cosi' si potrebbe proseguire in una fase di risanamento, Ma e' in dispensabile che i patti vengano mantenuti".
In attesa che riparta il confronto per arrivare a un nuovo piano industriale, i sindacati restano critici e tornano a chiedere la tutela dell'occupazione. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, si dice pronto "a ragionare, ma se qualcuno pensa di poter modificare il piano industriale e gli accordi per me non funziona, perche' gli accordi devono essere rispettati".
E nel chiedere "un incontro con la proprietà e con il Governo per capire come si esce da questa situazione", il numero uno della Cgil, sottolinea che "se un'azienda strategica, non guasta il fatto che anche il pubblico possa avere una presenza". Anche Rocco Palombella, segretario generale Uilm, chiede di ripartire dagli accordi firmati e dice 'no' a esuberi: "Dopo l'incontro di ieri a Palazzo Chigi si deve avviare una trattativa ad armi pari, senza pregiudiziali. Si deve partire dall'accordo del 6 settembre 2018 che ha avuto il consenso del 93% dei lavoratori e che è l'unico che garantisce risanamento ambientale, tutela livelli occupazionali e continuità industriale", afferma.
Il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, sottolinea che per l'ex Ilva "servono soluzioni industriali eco-sostenibili. Cose da far subito: riprendere progetto Meros deliberato a giugno e avviare subito rifacimento con nuove tecnologie di Afo5". Infine Antonio Marinaro, presidente di Confindustria Taranto, punta l'attenzione sulle aziende dell'indotto: "Non posso che accogliere favorevolmente la ripresa della trattativa ma allo stesso tempo esprimo forte preoccupazione per l'atteggiamento di poca chiarezza fin qui adottato da parte di ArcelorMittal rispetto alle legittime richieste dell'indotto, che continua ancora oggi a reclamare le sue spettanze", afferma.