"Bisogna far cambiare idea a Mittal: l'Italia deve continuare a produrre acciaio, e lo deve fare senza fare morire nessuno". Lo ha sottolineato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ospite di Lucia Annunziata a in Mezz'ora in più su Raitre. "Se si fanno degli accordi, addirittura in presenza del governo, non ci può essere uno che si alza la mattina e spiega che non valgono più è inaccettabile".
In studio nella puntata di oggi a fare da pubblico, una sessantina lavoratori coinvolti nelle crisi industriali di oggi, da un folto gruppo di operai dell'ex Ilva ad alcuni lavoratori di Alitalia, Conad e Treofan, fino a una delegazione di indiani sikh che lavorano come braccianti.
L'intervento dello Stato
In ArcelorMittal "c'è bisogno di un intervento pubblico", ha detto ancora Landini. "Noi al governo stiamo dicendo che è utile che ci sia un ingresso anche dello Stato in questa società in modo da controllare che gli investimenti si facciano e anche quelle che sono le politiche che vengono attivate".
"Negli Stati Uniti - ha argomentato il segretario della Cgil - ancora esiste l'attività dell'auto perché Obama quando era presidente ha messo un sacco di soldi per evitare la bancarotta. Non esiste al mondo mercato che da solo risolve tutto, anzi il mercato da solo è quello che a volte determina questi disastri sul terreno dei diritti. Quindi che ci sia bisogno di un ruolo dello Stato che indica quelli che sono i settori strategici e condiziona anche imprese private ad andare in una certa direzione, credo che sia normale. Non sto dicendo nazionalizziamo perché così è meglio: sto dicendo che c'è un accordo che deve essere fatto rispettare. In ogni caso Mittal non può pensare che viene qui un giorno e dice che se ne va".
Nessun dialogo con l'azienda
Landini ha poi sottolineato come ArcelorMittal non abbia ancora comunicato nulla ai sindacati, né sul fronte della rescissione del contratto né su quello dei 5 mila esuberi. "A noi è stato comunicato dal governo il problema dei 5 mila esuberi e la questione della revoca presentata al tribunale di Milano - ha spiegato - ma Mittal non ci ha detto ancora nulla".
Per poi aggiungere: "Al Governo abbiamo chiesto che sia riattivato un tavolo con Mittal perché per noi quello deve essere l'accordo che rimane applicato. E allo stesso tempo stiamo dicendo al Governo che bisogna far cambiare idea a Mittal".
Poi l'invito all'esecutivo guidato da Conte: "Al massimo all'inizio del prossimo anno, oltre ai cambiamenti della legge di stabilità sia chiaro se questo Paese apra una strada diversa oppure no, che rimetta al centro il lavoro e i diritti di chi lavora. Se il Governo darà delle risposte bene se non lo farà noi facciamo il nostro mestiere come abbiamo fatto fino adesso".