La Nota di aggiornamento al Def, il documento in cui vengono indicati i nuovi obiettivi di crescita e finanza pubblica a livello programmatico, è alle battute finali. Lunedì nel tardo pomeriggio il Consiglio deiMministri alzerà il velo sui piani di bilancio per il 2020 varando il documento con il nuovo quadro dei conti che farà da cornice alla legge di bilancio.
Intanto, il negoziato con Bruxelles prosegue fino all'ultimo per strappare margini di flessibilità per 10-12 miliardi portando il deficit al 2,2%, anche se al momento appare più probabile che per il 2020 venga indicato un target programmatico del 2,1%. Mentre la crescita del Pil dovrebbe essere rivista allo 0,5-0,6%. L'obiettivo principale resta quello di scongiurare l'aumento dell'Iva, che senza contromisure porterebbe da gennaio l'aliquota ordinaria dal 22 al 25,2% e quella ridotta dal 10 al 13%.
"L'impegno solenne è quello di disattivare le clausole di salvaguardia", ha assicurato il premier, Giuseppe Conte, spiegando pero' che il governo "sta lavorando a qualche modulazione, ma con beneficio per gli italiani". Un'operazione che vale oltre 23 miliardi, ovvero circa 1,3 punti di Pil. Le risorse dovrebbero arrivare dalla minor spesa per interessi derivante dal calo dello spread (3-4 miliardi) e dai risparmi delle misure bandiera del governo giallo-verde, quota 100 e reddito di cittadinanza, che potrebbero garantire risorse fino a 6 miliardi.
L'esecutivo punta anche su un nuovo round di spending review per 4-5 miliardi, un miliardo dovrebbe arrivare dai tagli ai ministeri, e la revisione delle tax expenditures. Poi c'è il "pilastro" della lotta all'evasione fiscale, con un pacchetto di misure che potrebbe portare in dote tra i 3 e i 4 miliardi di euro. Tra queste l'introduzione di "incentivi per l'uso delle carte elettroniche". Avanti, dunque, sulla strada della tracciabilità.
Il governo punta comunque a mettere in campo una manovra "molto espansiva" (sono parole di Conte) e per farlo conta su nuovi margini di flessibilità da concordare con Bruxelles per 0,4-0,5 punti di Pil, da sommare alla quota dello 0,18% di prodotto legato alle spese per il ponte Morandi e per il contrasto al rischio idrogeologico messa in conto per il prossimo anno nel Documento di economia e finanza. E parlando di flessibilità, la strada si preannuncia rigorosamente "green".
In quest'ottica va letto il 'Green New Deal' lanciato dall'esecutivo Conte bis per convincere l'Europa a scorporare gli investimenti in materia ambientale dal calcolo del deficit (fino al 2,5% del Pil). È tornato a parlarne ieri il premier dal Villaggio Coldiretti a Bologna. "Dobbiamo progettare il futuro già oggi tutti insieme, vi aiuteremo con incentivi e non con penalizzazioni", ha detto il premier all'associazione, chiamandola a "un'alleanza" per "lavorare per una cultura del riciclo dismettendo la cultura del rifiuto".
Sullo sfondo resta lo spettro del rallentamento dell'economia in buona parte della zona euro, sul quale pesano le incertezze legate alla Brexit e alla guerra dei dazi tra Usa e Cina, come anche ha segnalato il bollettino economico diffuso venerdi' dalla Bce.