Anche l'Italia, come altri Paesi europei e la Bce, è d'accordo sulla necessità di una politica di bilancio più espansiva per rilanciare la crescita dell'Eurozona. Come ha spiegato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri al termine dei due giorni di incontri informali fra i ministri dell'Eurogruppo e dell'Ecofin a Helsinki, "l'auspicio è che per effetto di questa discussione ci sarà una fiscal stance più espansiva per tutta l'Eurozona".
Quanto alla necessità che la Germania investa di più, "molti Paesi hanno sottolineato quello che giustamente è stato detto da Mario Draghi: che le misure di politica monetaria sono molto importanti, e noi confermiamo il nostro apprezzamento per la Bce, ma al tempo stesso anche la politica di bilancio deve fare la sua parte. Sarebbe opportuno che a livello europeo si rispondesse al rallentamento dell'economia con una politica più espansiva, a partire dai Paesi con più spazio fiscale" come, appunto, la Germania, per soddisfare "l'esigenza di rilanciare investimenti, favorendo la domanda aggregata e la crescita potenziale".
Quanto alla riforma del patto di stabilità e crescita, di cui si discusso all'Ecofin informale, Gualtieri ha ammesso che si tratta di un "processo molto complesso, lungo e delicato". Per questo, ha detto commentando la frenata del collega francese Bruno Le Maire, "condivido la sua prudenza. Al tempo stesso - ha proseguito - la cifra della discussione di oggi, che mi ha stupito per la partecipazione nonostante l'assenza di alcuni ministri, è la condivisione del fatto che la riflessione sulle regole deve andare avanti. Spetterà ora alla commissione presentare un rapporto. Esistono varie forme per migliorare e semplificare". Qualcuno, ha aggiunto, ritiene "che questione riguarda più come applicarle che le regole stesse". In ogni caso, ha concluso, "è prematuro trarre conclusioni".
La mancanza di crescita in Europa "è diventata un problema politico, non economico: politico". Le istituzioni europee possono contrastare i partiti populisti e sovranisti solo cercando soluzioni: incoraggiando gli investimenti e facendo aumentare la prosperità dei cittadini e i posti di lavoro. Il compito di fare la sintesi di quanto preme in questa fase ai dirigenti dell'Eurozona è toccato a Le Maire. "I tempi sono cambiati - ha aggiunto - non viviamo più nella stessa Europa di pochi anni o addirittura mesi fa. La guerra commerciale fra Cina e Usa ha un impatto sulla crescita a livello globale, servono investimenti per l'innovazione e la transizione ecologica i tassi sono ora bassi o addirittura negativi. Tutto questo è nuovo. Fra poco avremo una nuova commissione: dovremo prendere decisioni nuove".
Il richiamo ai Paesi con margine di bilancio da parte della Bce, con evidente riferimento alla Germania che risparmia e non investe abbastanza del suo surplus, è stato rilanciato oggi anche a Helsinki, "c'è preoccupazione - ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, considerato un rigorista - per il rallentamento della crescita globale, che è maggiormente pronunciato per le prolungate tensioni tra Usa e Cina"
"L'incertezza attuale" ha detto ancora l'esponente lettone, confermato anche nel nuovo esecutivo comunitario della presidente Ursula Von der Leyen "sta iniziando a colpire l'economia europea, come spiegato da Draghi ieri, e rischi aggiuntivi, come una 'hard Brexit', potrebbero testare la resistenza della nostra economia". "Quindi - ha proseguito - la conclusione principale è che la politica monetaria non può fare tutto da sola. Chiediamo ai Paesi che hanno spazio fiscale per investire di usarlo per stimolare l'economia e ci appelliamo a tutti i Paesi perchè facciano sforzi per le riforme strutturali". Anche il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno ha sottolineato che "gli Stati con spazio di bilancio lo devono usare per contrastare il rallentamento dell'economia''.