La crisi di governo affonda Piazza Affari e innesca l'aumento dello spread tra Btp e Bund tedeschi, arrivato a sfondare quota 240 punti base. Il Tesoro ha comunque fatto il pieno all'asta dei Bot collocando 6,5 miliardi di titoli a un anno con rendimenti in salita allo 0,107% e una domanda che ha superato di 1,44 volte l'offerta.
Al termine di una giornata sempre negativa il Ftse Mib finale si è assestato a quota 20.324 punti, in ribasso del 2,48%, mentre l'All Share ha ceduto il 2,55%. Profondo rosso per i titoli bancari, più volte finiti in asta di volatilità nel corso della sessione. Unicredit ha lasciato sul terreno il 5,13%, Ubi l'8,42%, Banco Bpm il 9,12%, Bper il 7%. Tra gli altri finanziari, Generali -2,71%, Poste -6,68%.
Tonfo anche per Telecom Italia con un -5,85%. Ha fatto eccezione in un mare di segni meno, il titolo Atlantia che ha guadagnato il 2,94% con la crisi di governo che sembra allontanare la possibilità, cara alla componente grillina, di una revoca delle concessioni autostradali alla società della famiglia Benetton. Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi si è allargato di circa 30 punti nelle ultime 24 ore chiudendo a 241 punti, contro i 232 punti dell'apertura. Il rendimento del decennale è salito all'1,84%, ai massimi da inizio luglio.
Chiusura in rosso per tutti i listini europei sulla scia di Wall Street che procede in negativo dopo le parole di Donald Trump. Il presidente Usa ha annunciato di non essere "pronto a firmare un accordo" con la Cina paventando la possibilità che sia annullato il nuovo round di negoziati a settembre. Trump è tornato inoltre a incalzare la Fed accusandola di ammanettare l'economia Usa e invitandola a tagliare i tassi di un punto. Parole che hanno fatto scivolare la borsa americana e innescato nuove vendite in Europa.
Il Cac 40 di Parigi ha lasciato sul terreno l'1,11% a 5.327,92 punti, il Dax 30 di Francoforte è arretrato dell'1,39% a 11.680,77 punti e l'Ftse 100 di Londra ha perso lo 0,44% a 7.253,85 punti.
Una giornata, quella italiana, scandita non solo dall'attenzione per gli sviluppi politici ma anche dall'attesa per il giudizio di Fitch. Il verdetto arriverà questa sera a mercati chiusi. Lo scorso febbraio l'agenzia di rating aveva mantenuto invariato il rating BBB lasciando l'outlook negativo.
In quell'occasione era stato evitato il downgrade per i conti del nostro Paese, anche se l'agenzia di Washington non era andata per il sottile mettendo in evidenza l'elevato indebitamento e la debolezza del sistema bancario, a dispetto dello smaltimento dei crediti deteriorati. Di fatto chiedendo dunque un cambio di passo. Il giudizio di oggi è perciò particolarmente atteso, anche alla luce dell'apertura della crisi di governo. Nei prossimi mesi in calendario altre tre revisioni per l'Italia: il 6 settembre il giudizio di Moody's, il 25 ottobre di Standard and Poor's e il 15 novembre di Dbrs.