I Bot (Buoni Ordinari del Tesoro), sono titoli del debito pubblico italiano di breve termine, cioè con scadenza a 3, 6 o 12 mesi. Gli investitori che li acquistano prestano di fatto soldi allo Stato per un breve periodo di tempo, a fronte di un tasso di interesse (più basso ad esempio di quello concesso per i Btp con scadenze pluriennali). Possono essere sottoscritti per un valore nominale minimo di mille euro.
I “minibot”, cioè di Bot di piccolo taglio (5, 10, 20, 50 e 100 euro), di aspetto simile alle banconote, con cui lo Stato potrebbe pagare i propri creditori e con cui i cittadini potrebbero pagare lo Stato (tasse, controllate, benzina ai distributori Eni e via dicendo). A differenza dei Bot, non avrebbero scadenza o tassi di interesse.
Il tema dei minibot è tornato di attualità dopo che il 28 maggio la Camera ha approvato all’unanimità una mozione (a prima firma Simone Baldelli di Forza Italia) con cui, tra i vari strumenti con cui si cerca di risolvere il problema delle imprese creditrici dello Stato che non vengono pagate nei termini, si impegna il governo a consentire il pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni con "titoli di Stato di piccolo taglio".