Un anno di lavoro duro portato avanti guardando agli interessi dei cittadini. Così Danilo Toninelli, in un'intervista all'Agi a un anno dall'avvio del governo giallo-verde, descrive l'impegno prestato come ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, in un anno segnato dal crollo del ponte di Genova e dalle polemiche sulla Tav.
Vicende che lo hanno indotto a intensificare l'attività di analisi, controllo, verifica delle opere pubbliche, con l'obiettivo di ridurre i costi per la collettività e aumentare gli standard di sicurezza ma anche sbloccare i cantieri fermi. Abbiamo domandato a Toninelli di fare un bilancio dell'attività compiuta e di indicarci il programma futuro.
"È un bilancio - risponde il ministro - fatto di tanti dossier su cui abbiamo lavorato duramente e di tanti traguardi raggiunti. Penso ad esempio alla concessione 100% pubblica della A22, con tariffe contenute, più investimenti e dunque più ricadute positive per il territorio”.
“Penso alla rivoluzione nel paradigma di calcolo dei pedaggi autostradali, che grazie al principio di un autentico price cap saranno basati sull’efficienza e tenderanno a diminuire negli anni”.
“Penso alle risorse che siamo riusciti a stanziare per la mobilità sostenibile e per il passaggio all’elettrico. E penso, soprattutto, al grande lavoro di monitoraggio dell’esistente e di messa in sicurezza delle infrastrutture che stiamo portando avanti”.
“Anche rispetto alla tragedia immane di Genova, oltre alla costruzione del nuovo ponte, abbiamo dato una risposta a sfollati, imprese e lavoratori la cui prontezza non ha eguali nella storia recente”.
Ora cosa conta di fare in futuro?
“Tra gli impegni presenti, ma anche futuri, c’è sicuramente lo sblocco di tantissime opere utili, che servono realmente al Paese, e che sono ferme da anni per inerzia delle amministrazioni o per le regole troppo astruse che ci siamo dati in passato. Stiamo già intervenendo, grazie al decreto Sblocca cantieri, anche per far ripartire quei cantieri bloccati da crisi di imprese.
Questo importantissimo lavoro impegnerà sicuramente il governo anche nei prossimi anni, benché, con le nuove regole del Codice appalti, a regime ci sarà sempre meno bisogno di interventi emergenziali per far ripartire lavori bloccati.
E poi nel nostro futuro più prossimo c’è di certo la ridiscussione di diverse concessioni autostradali, in modo tale che lo Stato torni ad appropriarsi del suo ruolo autentico di concedente e di vigilante rispetto a chi fino ad oggi ha pensato più ai dividendi e meno alla manutenzione”.
Quando cesserà il suo incarico vorrebbe essere ricordato come …
“… come un ministro che ha messo tutto il suo impegno, con mani libere e tanta passione, per fare unicamente l’interesse dei cittadini dentro un ministero in cui le lobby l’hanno sempre fatta da padrone in passato.
Di fatto, vorrei anche essere ricordato come il ministro che ha posto le condizioni affinché i pedaggi autostradali possano, per la prima volta nella storia, diminuire davvero.
Naturalmente, spero sia anche ricordata la spinta che stiamo dando sulla strada della mobilità green e sostenibile”.
Insomma, che voto si darebbe come ministro?
“Saranno gli italiani e la storia a darmi eventualmente un voto. Io lavoro duramente e cerco di imparare ogni giorno, di migliorare per lasciare un Paese più giusto ed efficiente di quello che ho trovato dopo decenni di mala politica e 'mala gestio' della cosa pubblica”.