Nuova trimestrale, nuovo esame per Apple. Niente miracoli: il fatturato del secondo periodo fiscale (che corrisponde a gennaio-marzo) è calato e gli incassi degli iPhone anche. La domanda non è quindi se c'è una frenata ma quanto sarà forte. Occhi poi sui servizi, che dovranno dimostrare di poter ammortizzare il bilancio (oggi) e rilanciarlo (nei prossimi anni).
Quanto rallenta il fatturato?
Nel primo trimestre fiscale (tra ottobre e dicembre 2018) Apple ha registrato un fatturato di 84,3 miliardi, con un calo del 5% rispetto allo stesso trimestre del 2017. Vista la stagionalità del mercato degli iPhone (e più in generale degli hardware), ricco negli ultimi tre mesi dell'anno, il confronto va fatto con i 61,1 miliardi incassati tra gennaio e marzo 2018. Le prospettive non sono certo brillanti.
Secondo le stime di Cupertino, il fatturato sarebbe tra i 55 e i 59 miliardi. Cioè in calo tra il 10 e il 3%. Wall Street punta su un risultato a metà strada: 57,4 miliardi di dollari, che significherebbe un flessione anno su anno del 6%. In questo caso, Apple non solo continuerebbe la tendenza negativa, ma rallenterebbe ulteriormente. Non è però escluso che la Mela si sia mantenuta molta cauta. E che il mercato accolga con favore un fatturato dal calo più blando (del 3-5%).
L'iPhone mai così “leggero”
Dalla scorsa trimestrale, Apple ha smesso di diffondere il numero delle unità vendute, svelando solo il fatturato dei dispositivi. Cupertino non formula stime sui singoli prodotti, ma l'ulteriore calo del fatturato sta agli iPhone come i canarino da miniera stanno ai gas. Visto che lo smartphone costituisce la maggior parte degli incassi, il segno meno indica un trimestre complicato soprattutto per gli iPhone.
Secondo gli analisti, nei primi tre mesi dell'anno (tradizionalmente deboli) l'iPhone dovrebbe generare poco più di 31 miliardi di dollari. Che vorrebbe dire un calo anno su anno del 18%, superiore al -15% del trimestre precedente. L'iPhone, quindi, oltre a non mostrare segnali di ripresa (che nessuno prevede) dovrebbe continuare a rallentare. La combinazione della frenata, del periodo debole per l'hardware e della prevista crescita dei servizi, dovrebbe portare al minimo storico il peso dell'iPhone sul bilancio Apple. Era oltre al 62% un anno fa. Potrebbe scendere, e non di poco, sotto il 60%. Dipenderà anche dalla corsa dei servizi.
I servizi sono il nuovo iPhone
Tutte le mosse di Apple, dalla lettera del 2 gennaio in poi, hanno avuto un solo obiettivo: spostare l'attenzione dai prodotti ai servizi. Obiettivo centrato, visto che il titolo ha guadagnato il 30% da inizio anno, recuperando parte del terreno perduto nella seconda metà del 2018. La Mela ha lanciato Arcade, Tv+, News+, Card.
E ha ridisegnato l'impostazione del bilancio, dividendo i risultati dei prodotti (che hanno un fatturato in contrazione e margini più sottili) dai servizi (che crescono e sono più profittevoli). In parole povere: ogni 100 dollari incassati dai prodotti, nelle tasche di Apple ne restano 34. Mentre per 100 dollari di servizi, la Mela ne ottiene ben 63. Nella trimestrale, si guarderà proprio a questi margini, oltre che al fatturato. Quello atteso è di 11,3 miliardi. Visto il crescente peso dei servizi, non basterà il segno più (certo): servirà tenere un ritmo quantomeno costante rispetto al +19% del trimestre precedente per non far emergere il timore di un rallentamento.
Cosa succederà nei prossimi mesi
Il fatturato per il trimestre in corso dirà quanto forte sarà il rallentamento tra aprile e giugno. Gli analisti si attendono 52,1 miliardi. La cifra, unita alle dichiarazioni di Cupertino, suggerirà la salute del bilancio e quella degli iPhone, con in primo piano l'eventuale ripresa del mercato cinese. Ma potrebbe dare le prime vere indicazioni sul possibile impatto dei nuovi servizi. Quanto agli smartphone, la notizia (non ufficiale ma praticamente certa) che Apple produrrà i nuovi 5G solo nel 2020 potrebbe avere un impatto sulle aspettative: il 2019, infatti, sarebbe (come previsto) un anno interlocutorio.