Fiat Chrysler ha sofferto in Borsa nella settimana che si è appena chiusa: la quotazione del titolo ha perso in quattro sedute il 5,9%. La flessione si inserisce in una settimana difficile per tutto il settore Automotive, che accusa il colpo del sesto mese consecutivo di vendite in calo in Europa.
A marzo le consegne complessive di auto in Europa sono scese del 3,5% rispetto allo stesso mese del 2018 e Fiat Chrysler evidenzia un risultato decisamente negativo, - 11,7%. Il marchio Fiat ha accusato una discesa in linea con la media del gruppo (-12%) e la crescita di Jeep (+4%) non è stata in grado di compensare la caduta di Alfa Romeo (-45%). Anche il trend di Maserati rimane negativo.
Le previsioni degli analisti
Non è un bel viatico per l'importante appuntamento di venerdì 3 maggio, quando il gruppo della famiglia Agnelli annuncerà i risultati del primo trimestre 2019. Il consensus, ovvero la media delle previsioni degli analisti, si aspetta per i tre mesi gennaio-marzo un fatturato di 25,69 miliardi di euro, in calo del 4,8% rispetto ai 27 miliardi del primo trimestre 2018.
L'utile operativo (Ebit) è atteso a 1,37 miliardi, pari al 5,3% dei ricavi. Il margine è in contrazione, dato che nel primo trimestre 2018 era stato del 5,9%. Gli analisti si attendono un utile netto di 774 milioni di euro, che equivale al 2,99% dei ricavi. Nel 2018 l'utile era stato pari al 3,77%.
Come al solito, gli investitori daranno grande importanza, oltre ai dati su mesi passati, alle indicazioni del management sui trimestri futuri. Solo due settimane fa il Ceo di Fiat Chrysler, Michael Manley, ha confermato i target che la società ha fissato per l'intero 2019, e in particolare un utile operativo (Ebit rettificato) superiore a 6,7 miliardi di euro. Manley ha precisato che il primo semestre sarà debole con un Ebit in calo, ma si attende un recupero nella seconda parte dell'anno grazie al lancio in America dei nuovi modelli Jeep Gladiator e RAM Heavy duty.
Il nodo delle emissioni e l'accordo con Tesla
Altro capitolo delicato per Fiat Chrysler è quello sulle compatibilità ambientali. Due settimane fa il gruppo ha pubblicato il Sustainability Report 2018, nel quale si legge che le emissioni medie di CO2 delle nuove auto vendute in Europa sono pari a 125 grammi al chilometro, in aumento del 5% rispetto al 2017. L'incremento è avvenuto in seguito al calo delle vendite di auto con motori diesel: il mix dei prodotti venduti si è spostato verso veicoli di alta gamma che producono un quantitativo maggiore di CO2.
I limiti sulle emissioni in Europa entreranno in vigore dal 2020 ed ogni grammo di CO2 in eccesso rispetto a limite fissato di 95g/km farà scattare una multa di 100 milioni di euro. Su tale argomento il management è fiducioso di riuscire a evitare le sanzioni grazie all'accordo con Tesla.
Fiat Chrysler pagherà a Tesla centinaia di milioni di euro per calcolare i veicoli elettrici del produttore americano nella propria flotta e rispettare così i parametri Ue in tema di emissioni. In sostanza Fca potrà compensare le eccessive emissioni di anidride carbonica dalle sue auto grazie a quelle inesistenti del produttore elettrico, abbassando la sua cifra media a un livello ammissibile.
Una nota positiva per il gruppo Fca viene dai risultati della concorrente Ford che venerdì ha fatto un balzo del 10% a Wall Street, dopo avere annunciato utili e ricavi in calo rispetto allo stesso periodo del 2018, ma migliori delle attese degli analisti.
Al pari di Fiat Chrysler, Ford realizza la parte maggiore di ricavi e utili in Nord America, e qui le cose sono andate bene per la casa di Dearborn: mentre le vendite di auto Ford a livello globale sono scese del 4,5% a 37,2 miliardi di dollari, le vendite in Nord America hanno fatto registrare una crescita dei ricavi del 2,4% a 25,4 miliardi di dollari.