Oval Money prova a “chiudere il cerchio”. Anche se nome e simbolo circolari non sono. La startup italo-britannica, specializzata nella gestione dei risparmio via app, cambia logo (con il nome Oval – senza “Money” - che sostituisce il vecchio stemma), lancia la sua prima carta (Oval Pay) e battezza un nuovo prodotto di investimento a rendimento fisso del 2%. La società, guidata da Benedetta Arese Lucini e partecipata da Intesa Sanpaolo, ha presentato le novità a Milano.
Come funziona Oval Pay
Oval è nata nel 2016 e ha raccolto oltre 7 milioni di euro. È un'applicazione studiata per incoraggiare gli utenti a risparmiare. Con la possibilità di investire il proprio gruzzolo o tenerlo nel proprio salvadanaio digitale. È l’utente a scegliere come accumulare risparmi automaticamente. Può farlo mettendo da parte un “arrotondamento” della spesa quotidiana, cioè gli spiccioli del resto.
Ma anche accantonando una percentuale fissa dello stipendio o trasferire un piccolo “premio” ogni volta che si percorre un certa distanza. L'app ha anche una piattaforma di investimento accessibile anche con piccole cifre. Oval Pay, spiega la ceo, “completa la visione d'insieme con un prodotto di pagamento differente da quelli tradizionali”.
È una carta di debito, quindi legata a un conto, che fa da perno ai meccanismi di risparmio tipici dell'applicazione. Può essere quindi utilizzata per le operazioni di tutti i giorni, mettendo da parte gli arrotondamenti in un salvadanaio o investendoli in automatico. Unisce, in sostanza, una carta bancomat o una Postepay con le funzioni di Oval.
“Oval Pay – afferma Arese Lucini - intercetta un bisogno: non è concentrato sulla spesa ma sul risparmio. E in questo è il primo nel suo genere in Europa”. Per trovare “pacchetti” simili, fatti di conto, carta e funzionalità di risparmio e investimento, serve infatti andare negli Stati Uniti, dove la più nota omologa (non concorrente perché Oval non opera negli Usa) è probabilmente Acorns. Oval infatti non è una banca, né tradizionale né digitale (come N26). Non è né può essere un advisor. “Siamo prima di tutto una società tecnologica, che punta sull'educazione finanziaria”, spiega la ceo.
Arese Lucini: “Obiettivo democratizzare”
Per festeggiare i due anni, oltre alla carta c'è un'altra novità. Dal 4 aprile al 5 maggio 2019, gli utenti di Oval potranno investire in TassoFisso, con un rendimento garantito del 2% netto sulle somme vincolate un anno. Non è un conto deposito, anche se ci si avvicina, ma un prodotto d'investimento: dopo 365 giorni di vincolo, i risparmi saranno naturalmente disinvestiti e versati direttamente nel salvadanaio digitale. Obiettivi dei nuovi prodotti? Nel 2018 gli utenti sono cresciuti di cinque volte. Oval spera di mantenere lo stesso ritmo quest'anno. “Il mio proposito – spiega Arese Lucini - è democratizzare attraverso la tecnologia. L'ho fatto nel mondo dei trasporti e voglio farlo nella finanza”.
Prima di approdare al fintech, Arese Lucini ha guidato Uber in Italia. Oggi, accanto a Claudio Bedino, Edoardo Benedetto e Simone Marzola, ha messo insieme 250.000 utenti, per il 70% in Italia e per il resto soprattutto in Gran Bretagna. Anche l'operatività è divisa tra i due Paesi: sede a Londra e sviluppo del prodotto a Torino, per un totale di una quarantina di persone. Oval guarda quindi con molta attenzione le mosse del parlamento britannico. In caso di hard Brexit (cioè di un taglio deciso con Bruxelles), afferma Arese Lucini, lascerebbe Londra. Se le condizioni dell'accordo fossero più “soft”, invece, la sede rimarrà dov'è, anche perché il Regno Unito avrà tutto l'interesse a incentivare la permanenza delle imprese
Tra risparmi ed educazione finanziaria
L'utente tipo di Oval ha tra i 25 e i 45 anni, è un professionista, spesso indipendente, con un guadagno mensile attorno ai 2.000 euro e con una scarsa attitudine al risparmio. Più che l'assenza di grandi cifre a disposizione, pesano disinteresse e impreparazione nei confronti del mondo finanziario. Lo aveva sottolineato proprio una ricerca di Oval Money dello scorso ottobre, definiva gli italiani “prudenti ma non previdenti”. Sono cioè buoni risparmiatori ma restano distanti dal mondo degli investimenti.
Non tanto per le spese eccessive (motivo indicato da un quarto degli intervistati) quanto perché un italiano su due non sa come muoversi. Pesa quindi una mancanza di strumenti flessibili ma, ancor di più, quella di educazione finanziaria. “Da quando usano Oval - spiega Arese Lucini – gli utenti risparmiano in media il 40% in più, cioè circa 130 euro al mese”.
Rispetto agli utenti italiani, quelli britannici, continua la ceo, “hanno una maggior fiducia e comprensione dell'app, ma meno propensione al risparmio, anche perché c'è molto più debito. Sono anche più giovani e con stipendi medi più alti, ma questo è un riflesso del mondo del lavoro britannico”. I nuovi prodotti puntano prima di tutto a crescere all'interno di questo pubblico “tipico”. Il rendimento fisso arriva proprio dall'ascolto degli attuali clienti.