L'Aperol spritz entusiasma l'analista di Goldman Sachs Mitch Collett, che prevede una fortissima diffusione in America per il popolare aperitivo italiano e di conseguenza alza a Buy da Neutral il giudizio su Campari, la società milanese che produce e vende l'Aperol.
Decisa la reazione della Borsa: in mattinata il titolo è balzato con un rialzo del 7% fino a 9,10 euro, nuovo massimo storico. A fine giornata, il rialzo si è decisamente ridimensionato e il titolo ha chiuso con un progresso del +3.19% a quota 8,74 euro. Campari è la migliore blue chip della giornata in una seduta poco mossa (l'indice FtseMib di Milano ha chiuso in calo dello 0,09%).
Goldman Sachs vede un grande crescita delle vendite di Aperol
Goldman Sachs ha alzato l'obiettivo di prezzo di Campari a 10 euro, dal precedente obiettivo di 7,4 euro. La banca americana ritiene che il gruppo italiano offra una delle opportunità di crescita più interessanti nel comparto europeo dei generi di consumo. Il punto di forza di Campari viene identificato nel suo marchio principale, Aperol, per il quale Goldman Sachs vede notevoli possibilità di sviluppo negli Stati Uniti. Mitch Collett prevede per questo marchio una crescita globale del 26% all'anno nel triennio 2019-2021.
Lo sviluppo sarà trainato principalmente dalle vendite negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Germania. Oggi meno di un americano su mille beve Aperol, mentre in Italia la media è uno su 10 e in Germania uno su 40. L'incremento delle vendite di Aperol farà salire nel complesso i ricavi dell'intero gruppo Campari: Goldman Sachs prevede una crescita organica dei ricavi del 6,3% nel 2019, che aumenterà a +10% nel 2022.
Una nuova fase di consolidamento dell'industria degli alcolici
Oltre che dalla promozione di Goldman Sachs, il rialzo di Borsa è alimentato dalle dichiarazioni che l'amministratore delegato di Campari, Bob Kunze-Concewitz, ha reso venerdì al Financial Times. Il manager ha detto che l'industria globale degli alcolici è ancora molto frammentata, e di conseguenza prevede una nuova fase di consolidamento del mercato con acquisizioni e fusioni fra i principali operatori. Queste operazioni permettono di sviluppare "enormi sinergie in tutte le attività, dalla distribuzione ai costi generali, al marketing".
Kunze-Concewitz ha precisato che la famiglia Garavoglia, oggi proprietaria del 50,1% di Campari, non ha nessuna intenzione di vendere. Kunze-Concewitz guida la Campari dal 2007 e da allora il presidente Luca Garavoglia ha sempre sostenuto le sue proposte per ampliare il business con l'acquisizione di marchi sottovalutati da rivitalizzare.
In 11 anni Campari ha fatto 17 acquisizioni per un valore complessivo di 1,7 miliardi di euro: le principali sono state il liquore Grand Marnier e il bourbon Wild Turkey. Negli ultimi 12 mesi la quotazione di Borsa di Campari è salita del 44% ed è più che raddoppiata negli ultimi tre anni. Oggi la capitalizzazione del gruppo è di 10,2 miliardi di euro. Il consensus degli analisti (media delle stime) prevede che Campari chiuda il 2019 con ricavi pari a 1,80 miliardi di euro (+5,2%) e un utile netto di 288 milioni (+33%).