L'indisponibilità di Salvatore Rossi a ricandidarsi alla carica di direttore generale di Bankitalia, sembra favorire lo sblocco delle nomine all'interno del direttorio di Via Nazionale. Sblocco che potrebbe avvenire già fin dalle prossime settimane. Lo stallo era iniziato nel mese scorso quando la maggioranza gialloverde stoppò di fatto la riconferma di Luigi Federico Signorini alla carica di vicedirettore generale, fortemente voluta dal governatore, Ignazio Visco.
I vertici dei due partiti di governo, M5s e Lega, avevano allora chiesto un "segno di discontinuità" nelle nomine del direttorio della banca centrale, in nome di una presunta insufficiente vigilanza in occasione delle crisi bancarie degli anni scorsi. E così dall'11 febbraio scorso Signorini era decaduto anche se il direttorio aveva continuato a funzionare regolarmente: a norma di statuto, l'organo di Palazzo Koch decide a maggioranza e, in caso di parità nei voti, prevale quello del governatore.
Luigi Federico Signorini (Agf)
Da tener conto poi del fatto che, sempre a maggio, verrà a scadere anche il mandato di Valeria Sannucci, altro vicedirettore generale attualmente in carica. In poche parole, fra meno di due mesi, il direttorio di Bankitalia potrebbe teoricamente trovarsi composto di due sole unità, il governatore Visco, il cui mandato scade a ottobre del 2023, e il vicedirettore generale, Fabio Panetta, il cui mandato è stato rinnovato nello scorso ottobre per altri sei anni. Ma, in realtà, secondo quanto apprende l'Agi, tutto lascia prevedere che la situazione si stia sbloccando e che, già nelle prossime settimane, il puzzle del direttorio di Bankitalia possa essere completato in tutti i suoi elementi.
Di schiarita istituzionale, del resto, si era già parlato dopo l'incontro a Palazzo Chigi del 5 marzo scorso fra il premier Conte e il governatore Visco. Anche se, in quella occasione, sembra che i due abbiano parlato per lo più della situazione economica e finanziaria dell'Italia e della congiuntura internazionale.
Non sarebbe a questo punto una sorpresa se presto il governatore avviasse l'iter delle nomine all'interno del direttorio che avrebbe come primo obiettivo la sostituzione di Salvatore Rossi alla delicatissima poltrona di dg. La scelta dovrebbe ricadere su una soluzione interna e in pole sembra essere l'attuale vicedirettore generale, Fabio Panetta, il cui incarico è stato rinnovato nell'ottobre scorso. A Panetta non mancano certo la competenza, l'autorevolezza, l'indipendenza e la profonda conoscenza dei mercati e dei meccanismi interni alla Banca d'Italia.
Ignazio Visco (Agf)
Ma è tutt'altro da escludere anche il 'ripescaggio' proprio di Signorini, nei confronti del quale, in realtà, non c'è stato alcun atto ostile da parte del governo. Al di là di dichiarazioni alla stampa sulla richiesta di discontinuità da parte di esponenti della maggioranza, il governo non si è ufficialmente espresso: nel febbraio scorso Visco ha proposto la riconferma di Signorini e il Cdm si è limitato a prenderne atto senza dare corso alla parte di procedura di sua competenza.
Nessuno ha dunque messo in dubbio formalmente che Signorini abbia le caratteristiche di competenza e indipendenza richieste dall'incarico. E Palazzo Chigi non ha elaborato alcun giudizio negativo motivato sulla candidatura. Il che vuol dire che Visco, riproponendo la conferma di Signorini a vicedirettore generale, non produrrebbe alcun vulnus istituzionale.
Nel caso in cui le cose dovessero andare in questa direzione, resterebbero da coprire altre due cariche di vicedirettore generale: una lasciata libera da Panetta eventualmente promosso dg e l'altra lasciata libera da Valeria Sannucci, in scadenza il 20 maggio, che avrebbe manifestato anche lei l'indisponibilità a rimanere nella sua carica.
A quanto apprende l'Agi, Visco è pronto a operare nel solco istituzionale delineato dalla legge e secondo le sue prerogative che gli danno il potere di avviare l'azione di nomina. Dunque, da parte di Visco, nessuna intenzione di cercare una sorta di 'consenso politico' ma soltanto l'intenzione di procedere nel rispetto della legge e delle prerogative che essa assegna al governatore di Bankitalia.
Fabio Panetta (Agf)
La procedura per la nomina dei componenti del direttorio, fissata dalla riforma di Bankitalia del 2006, prevede che il candidato venga proposto dal governatore e nominato dal Consiglio superiore, che della Banca d'Italia è una sorta di cda. È quindi chiaro che il potere di iniziativa sulla selezione è tutto dentro Palazzo Koch. La scelta va però approvata con un decreto del presidente della Repubblica, promosso dal presidente del Consiglio, di concerto con il ministro dell'Economia, sentito il consiglio dei Ministri.
È dunque altrettanto evidente che, se il premier non si assume la responsabilità 'politica' di promuovere il provvedimento, la nomina non si può fare. E sarebbe proceduralmente scorretto anche effettuare la nomina in caso di bocciatura esplicita dell'esecutivo. Il direttorio, di fatto, è il 'cervello' di Bankitalia: è costituito da governatore, direttore generale e tre vicedirettori generali.
Salvatore Rossi (Agf)
L'organo è, a norma di Statuto, "competente per l'assunzione dei provvedimenti aventi rilevanza esterna relativi all'esercizio delle funzioni pubbliche attribuite dalla legge alla Banca per il perseguimento delle finalità istituzionali". Tra i compiti di Via Nazionale, c'è quello, delicatissimo, della vigilanza sul sistema bancario. All'interno dei direttorio, il direttore generale assume un compito particolarmente delicato anche perché è chiamato a sostituire il governatore in caso di assenza o impedimento di quest'ultimo.