I soccorritori si fanno strada tra le macerie di un terremoto. Oltre a prestare orecchio ai più flebili lamenti dei sopravvissuti devono guardarsi da minacce quasi invisibili: fughe di gas, cavi elettrici tranciati e perdite di acqua.
Se al primo sentore della scossa qualcuno fosse stato così lucido e veloce da interrompere ogni fornitura di gas, luce e acqua quante vite in più si sarebbero potute salvare, quante se ne sarebbero risparmiate? E se in quello stesso istante le uscite di sicurezza di tutti gli edifici si fossero spalancate aprendo vie di fuga alla gente in preda al panico?
Il 5G non è solo uno show per smanettoni
Il 5G è anche questo. Al di là di esempi spettacolari come l’auto senza conducente che fa caute manovre in piazza Castello a Torino e i visori a realtà aumentata che ci restituiscono le Terme di Diocleziano come dovevano apparire agli antichi romani, che aiutano a comprendere le potenzialità di una tecnologia che è destinata a cambiare il modo di vivere, c’è una miriade di progetti che va dal riconoscimento facciale alla robotica, portata avanti senza troppo clamore in piccole realtà come Prato, dove l’utilità e l’utilizzo del 5G possono mostrarsi al meglio, che si tratti di garantire la sicurezza pubblica o di aiutare le aziende manifatturiere.
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“Ovviamente non siamo in grado di anticipare un terremoto, ma il 5G è in grado di reagire con una velocità superiore a quella umana. E anche se non vedrete mai in un tg o su YouTube la schermata di un computer che elabora dati apparentemente incomprensibili, è proprio su questo fronte che si stanno sviluppando le applicazioni più interessanti della nuova tecnologia” spiegano a Zte, uno dei quattro player principali impegnanti nello sviluppo delle reti italiane.
L’Italia è, tra i Paesi europei, uno dei più avanzati nella costruzione delle infrastrutture. Le frequenze sono state già assegnate e i bandi sono stati un successo per lo Stato, con introiti dalle gare ben superiori alle attese. Ora bisogna esplorare i possibili campi di applicazione e lo stand di Zte al Mobile World Congress di Barcellona è pensato proprio per questo.
Ma cosa vedremo del 5G?
Le antenne, innanzitutto, quelle che vedremo, quelle che non vedremo e quelle con cui cominceremo a familiarizzare. Queste ultime sono poco più grandi di una grossa padella e ricordano un sensore di fumo. Saranno le più diffuse e distribuiranno il segnale 5G all’interno di capannoni industriali, sale da convegno, scuole, ospedali e qualunque spazio chiuso in cui ci sia necessità di connettere una moltitudine di smartphone, sensori e device di ogni tipo.
Quelle che non vedremo sono quelle che di fatto esistono già: le antenne principali saranno installate sui tralicci su cui già sono montate le antenne del 4G. L’integrazione tra le due tecnologie è alla base del funzionamento della nuova rete che avrà tempi di latenza (lo spazio tra l’invio del segnale e la sua ricezione) talmente ridotti da essere impercettibili. In laboratorio Zte ha già raggiunto la metà di un microsecondo, ossia infinitamente meno di un battito di ciglia.
Poi ci saranno le antenne cui probabilmente non faremo caso: grandi come una cassetta del pronto soccorso, saranno applicate a pali della luce, balconi, vetrine per diffondere il segnale in modo sempre più capillare, perché dia a ogni singolo destinatario – che sia uno smartphone o un sensore su un cassonetto dell’immondizia – esattamente quello che serve.
Usi intelligenti del 5G
“Non bisogna farsi illusioni” avvertono da Zte, “non pensiamo che nel 2020, all’improvviso le nostre strade si riempiranno di auto che si guidano da sole: per arrivare a quel punto il 5G deve raggiungere livelli di sicurezza su cui stiamo ancora lavorando. Ma ci sono campi di applicazione ancora più utili, anche se meno spettacolari, su cui siamo già in grado di operare”.
Un esempio su tutti è l’uso di sensori per monitorare le acque libere. Il 5G sarà in grado di tenere d’occhio in tempo reale laghi e fiumi e, fornendo una immensa mole di dati ai processori, permetterà non solo di monitorare la qualità delle acque, ma – grazie all’Intelligenza Artificiale – di anticipare alluvioni ed esondazioni.
Sempre l’Intelligenza artificiale, unita al 5G, permetterà alle aziende di ottimizzare la distribuzione e l’utilizzo delle connessioni permettendo, ad esempio, ai robot di lavorare sempre al massimo dell’efficienza attingendo a quelle quote di banda altrimenti inutilizzate.
L’era dei droni che consegnano pacchi in totale sicurezza forse non è ancora dietro l’angolo, ma è ormai prossimo il giorno in cui una miriade di antenne ci permetterà di muoverci nelle smart cities con la stessa fluidità con cui giocheremo online o guarderemo serie tv con una definizione mai vista prima.