Google News potrebbe lasciare l'Europa. E' la minaccia di Big G davanti alla legge sul copyright. Lo ha affermato Jennifer Bernal, responsabile delle politiche pubbliche di Google per l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa. Lo riporta Bloomberg. La direttiva, per com'è scritta oggi, dà agli editori il diritto di richiedere denaro per i contenuti pubblicati sulle grandi piattaforme come Alphabet e Facebook.
L'articolo 11, in particolare, si rivolge ai cosiddetti "snippet", cioè le anteprime composte da titolo, immagine e frammenti di testo che sono l'anima di Google News. Chi ci rimetterebbe? Google non incassa direttamente dalle News, anche se il servizio è attrattivo per gli utenti, in particolare da mobile.
Lasciare l'Europa potrebbe impattare sul traffico e darebbe campo libero ai concorrenti, come Apple News su iPhone o altri canali come Facebook. Da parte loro, gli editori acquisirebbero il diritto di essere remunerati per i loro contenuti, ma potrebbero dover rinunciare agli utenti che Google News convoglia verso i loro siti.
Capire quali sarebbero le conseguenze su base continentale non è semplice. Una legge simile esiste già in Spagna, che Google News ha lasciato nel 2014. Secondo una ricerca dell'Asociacio'n Espanola de Editoriales de Publicaciones Perio'dicas, a pagare sarebbero stati i piccoli editori: traffico calato del 13% e minori incassi per 9 milioni di euro.
Google ha sottolineato che, in caso di permanenza, il servizio potrebbe essere costretto a scegliere quali editori ammettere e pagare. E la logica dice che sarebbero favoriti i più grandi, che di solito hanno una copertura maggiore su temi popolari. Viste le controversie, l'approvazione della legge sul copyright sta andando a rilento. E se dovesse mancare la scadenza delle elezioni Ue, il via libera sarebbe rimandato alla fine dell'anno. Tempo in cui le grandi piattaforme potranno trattare. Non è la prima volta che Mountain View tuona contro la norma Ue.
Lo scorso novembre, il vicepresidente Richard Gingras si era augurato di "non ripetere quanto successo in Spagna". A fine ottobre, nella lettera annuale ai creatori di contenuti, la ceo di YouTube (controllata da Alphabet) Susan Wojcicki aveva criticato la legge. La piattaforma sarebbe penalizzata dall'articolo 13. Prevede che "i prestatori di servizi di condivisione di contenuti online concludano accordi equi e adeguati di licenza con i titolari dei diritti".
Le piattaforme come YouTube dovrebbero quindi siglare intese con artisti ed editori. Un vincolo che, secondo Wojcicki, "mette a rischio la crescita dell'economia creativa". Anche in questo caso, a pagare sarebbero soprattutto i più piccoli: la legge "spingerà le grandi piattaforme ad accettare solo i contenuti prodotti da un ristretto gruppo di grandi aziende". Perché YouTube diventerà "direttamente responsabili" di quanto pubblicato e "sarebbe troppo rischioso ospitare contenuti di creatori minori".