Un buona notizia per i fan di Apple, un brutto segnale (l'ennesimo) per la Mela. Negli Stati Uniti, l'iPhone XR è già a prezzo di saldo. Il più economico dei tre dispositivi lanciati nel 2018, è in vendita a 449 dollari (cioè 300 in meno rispetto al prezzo di listino) se si rottama il proprio iPhone 7 Plus. Manovra non inedita ma insolita per Apple, soprattutto perché arriva molto presto, a poco più di un mese dall'esordio dell'iPhone XR.
La Mela ha già tagliato il prezzo dello smartphone in Giappone e avviato una campagna di sconti tra i 25 e i 100 dollari per gli utenti che decidessero di permutare versioni di iPhone meno recenti dell'iPhone 7. Secondo Bloomberg, queste scelte sarebbero il frutto di una precisa strategia: il gruppo ha riorganizzato la divisione marketing, concentrando le risorse per spingere le vendite. E anche al personale dei negozi Apple sarebbe stato raccomandato di spingere la sostituzione dei vecchi modelli con quelli nuovi.
A cosa serve la promozione degli iPhone
L'intento è chiaro: sostenere le vendite nel periodo natalizi. Sia le prospettive della trimestrale di Apple sia i tagli da parte dei fornitori sono chiari indizi di performance non eccezionali. L'iPhone XR, in particolare, era nato per ampliare la platea e dare maggiore equilibrio tra fatturato e unità vendute. Ma sarebbe frenato da un costo giudicato comunque eccessivo, specie se rapportato a quello attuale di iPhone 7 e 8. Ecco perché la scelta della rottamazione: stimolerebbe le vendite, rimuovendo allo stesso tempo il freno costituito dai vecchi iPhone.
Cosa rischia Apple
C'è però un problema: è probabile che gli sconti aumentino le unità vendute. Tuttavia rischiano di comprimere il dato che, nelle ultime due trimestrali, ha salvato Apple: la spesa media per ogni iPhone, lievitata dopo l'aumento dei prezzi dello scorso anno. Se le promozioni non dovessero imprimere una forte accelerazione alle vendite, Apple corre il rischio di scontentare gli analisti in entrambe le voci. Alla luce di questa incognita, gli sconti sono percepiti soprattutto come un segnale di debolezza, che continua a zavorrare il titolo della Mela.
Il 5 dicembre i mercati americani sono rimasti chiusi. Ma nell'ultima seduta Apple ha perso il 4,4%. Un'azione vale 176,6 dollari, un quarto in meno rispetto ai massimi di inizio ottobre. La capitalizzazione è di 838 miliardi, ben lontana da quota mille.
Perché lo sconto degli iPhone è una brutta notizia
Lo sconto ha una colore cupo perché incastonato in un quadro negativo. Dai fornitori è arrivata l'ennesima conferma: Cirrus Logic ha tagliato del 16% le proprie stime sull'ultimo trimestre dell'anno a causa della “recente debolezza nel mercato degli smartphone”. È un annuncio coerente con quello Foxconn, che taglierà le spese a causa di una domanda debole e di un anno che si annuncia “molto difficile”.
E con con quello di Lumentum: la società che produce sensori per il riconoscimento facciale ha sforbiciato le stime perché “uno dei principali clienti” (leggi Apple) ha ridotto le ordinazioni. Il problema di un mercato saturo non riguarda solo la Mela. Ma su Cupertino pesa di più: oltre il 50% del suo fatturato arriva dagli smartphone. All'orizzonte non ci sono hardware capaci di ammortizzare il calo. E per quanto i servizi abbiano guadagnato spazio, non sono ancora in grado di sorreggere i conti dell'intero gruppo (come ad esempio sta facendo la componentistica con Samsung). Senza l'iPhone, Apple non è Apple.