È partita la corsa al 5G. E Apple potrebbe arrivare in ritardo. Secondo Fast Company, il primo iPhone capace di supportare le nuove reti arriverebbe solo nel 2020. Cioè con oltre un anno di ritardo rispetto ai primi Android.
5G, questione di modem
Il problema è legato al modem che la Mela dovrebbe utilizzare nei suoi smartphone. È marchiato Intel. Cupertino non sarebbe stata soddisfatta dai primi test. Ci sarebbe una dispersione del calore non sufficiente, con il risultato di surriscaldare il dispositivo e impattare sulla durata della batteria.
Apple sarebbe così contrariata, spiega la fonte di Fast Company, da valutare l'ipotesi di riaprire le trattative con Qualcomm per la fornitura del modem. A Cupertino si sarebbe fatto anche il nome di un altro produttore, MediaTek, definito un “piano B” improbabile. Se le date saranno confermate, Apple potrebbe accumulare, già in partenza, un ritardo di oltre un anno nei confronti di alcuni dispositivi Android, pronti al 5G già nel 2019.
I primi esemplari potrebbero già vedersi a febbraio, durante il Mobile World Congress. Tra i produttori che dovrebbero essere a buon punto, ci sono Samsung (il leader di mercato, in difficoltà e in cerca di rilancio), Huawei (in forte crescita e a caccia dello slancio che lo renderebbe il secondo produttore al mondo ai danni di Apple) e Xiaomi. Cupertino sceglierà la cautela, anche perché un prodotto poco efficiente avrebbe ripercussioni peggiori di un ritardo (a patto che sia contenuto). Prendere posizione è importante, ma l'accesso al 5G sarà ancora limitato nel 2019.
Produzione sotto le attese
I guai con il 5G non sono la sola notizia negativa di queste ore. Secondo Nikkei la domanda di iPhone XR, il più economico dei dispositivi lanciati a settembre da Apple, starebbe deludendo le attese. Vista la domanda, la Mela avrebbe comunicato ai suoi fornitori di bloccare i piani di espansione previsti per accelerare la produzione. Foxconn avrebbe predisposto 60 linee di assemblaggi. Ma, allo stato attuale, ne basterebbero 45. Significa produrre circa 100.000 iPhone XR in meno ogni giorno, con un taglio del 20-25% rispetto alle più ottimistiche stime iniziali.
Anche Pegatron sarebbe in una condizione simile, in attesa di ulteriori indicazioni provenienti da Cupertino.Un altro fornitore minore, Wistron, è pre-allertato in caso di picchi delle richieste, ma non dovrebbe essere coinvolto in questa stagione festiva. Le notizie provenienti dalla catena produttiva sono coerenti con le stime di Apple sulle vendite del trimestre in corso, inferiori alle attese dei mercati e punite con un calo in borsa che ha riportato la società sotto la soglia dei mille miliardi di capitalizzazione.
Perché l'iPhone XR non sfonda
Ma perché gli iPhone XR non stanno avendo il successo sperato? Il dispositivo non è certo economico, ma ha un prezzo (889 euro in Italia) più contenuto rispetto a XS e XS Max (abbondantemente oltre i 1000 euro). Per risparmiare, però, gli utenti sembrano orientarsi verso i modelli precedenti: sarebbe infatti aumentata la richiesta di iPhone 8 e iPhone 8 Plus, che costano circa un quarto in meno rispetto al XR (mentre l'iPhone X del 2017 è uscito di produzione): Apple aveva pianificato la vendita di 20 milioni di unità per i vecchi modelli nel trimestre, ma avrebbe portato la cifra a 25 milioni di unità. Viste le stime di Apple e un mercato degli smartphone in contrazione, la possibilità che Cupertino possa correggere al rialzo la produzione dell'iPhone XR sembrano ridotte.
In soccorso di Tim Cook c'è una notizia discreta: la combinazione di XR e vecchie versioni dovrebbe portare Apple sul podio del mercato cinese, dietro Huawei e Xiaomi ma davanti a Oppo e Vivo. Notizia positiva ma non strabiliante, perché l'analisi di Digitimes Research descrive un mercato debole: tra ottobre e dicembre (il periodo più ricco dell'anno) le unità vendute dovrebbero calare del 10% rispetto al 2017. In parte perché gli operatori hanno ridotto le promozioni sugli smartphone attuali in attesa di quelli che supportano il 5G.