Il progetto Tap va avanti, perché, dopo un'attenta analisi, il governo non ha riscontrato "elementi di illegitimità" e perché bloccarlo comporterebbe "costi insostenibili".
Il via libera ai lavori di completamento del Trans-Adriatic Pipeline, il gasdotto che collegherà il Mar Caspio con la provincia di Lecce, arriva dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Una decisione che suscita alcuni malumori nel Movimento 5 stelle, tradizionalmente contrario al completamento dell'infrastruttura.
L'ira dei duri e puri
"Sulla Tap il ministro Costa sbaglia ancora. La mancata ottemperanza di varie prescrizioni risulta evidente. Confidiamo quindi nel lavoro della magistratura", protestano in una nota i senatori M5s Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis e la deputata Sara Cunial.
La soddisfazione della Lega
Dalla Lega, Matteo Salvini esulta: "Avere l'energia che costerà meno a famiglie e imprese è fondamentale, quindi avanti coi lavori", afferma il ministro dell'Interno.
Il via libera di Costa...
Il parere positivo al Tap era arrivato in giornata dal ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, che aveva inviato al premier Conte la valutazione sul Tap, considerando l'opera legittima sul piano formale. Il ministro aveva comunque tenuto a sottolineare come tale giudizio esulasse dal suo "pensiero personale" e dal "convincimento politico, se l'opera sia giusta o no".
Il lavoro di valutazione, aveva spiegato Costa, è durato ininterrottamente per più giorni, durante i quali sono state esaminate oltre mille pagine di documenti e c'è stata anche una nuova interlocuzione con Ispra su alcuni aspetti delle varie fasi della procedura. "E' bene sottolineare che parliamo di un procedimento già autorizzato e concluso nel 2014, su cui si è espresso il Consiglio di Stato con sentenza 1.392 del 27 marzo 2017 confermandone definitivamente la legittimità".
...e quello di Conte
"Mi ero impegnato con le autorità locali e con i Rappresentanti delle comunità territoriali, ivi compresi i parlamentari eletti in Puglia, ad effettuare un rigoroso controllo delle procedure di realizzazione dell'opera al fine di verificare tutti i profili di eventuale illegittimita' che erano stati segnalati", sottolinea il premier. "Avevo altresì preannunciato che se avessimo riscontrato tali profili di illegittimità non avremmo esitato ad assumere tutti i conseguenti provvedimenti, compresa la decisione di interrompere i lavori. Da quando ci siamo insediati abbiamo fatto quello che non è mai stato fatto in precedenza. Abbiamo effettuato un'analisi costi-benefici, abbiamo dialogato con il territorio, abbiamo ascoltato le istanze e studiato i documenti presentati dalle autorità locali". "Ad oggi non è più possibile intervenire sulla realizzazione di questo progetto che è stato pianificato dai governi precedenti con vincoli contrattuali già in essere. Gli accordi chiusi in passato ci conducono a una strada senza via di uscita. Non abbiamo riscontrato elementi di illegittimità. Interrompere la realizzazione dell'opera comporterebbe costi insostenibili, pari a decine di miliardi di euro. In ballo ci sono numeri che si avvicinano a quelli di una manovra economica. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, non lasciando nulla di intentato. Ora però è arrivato il momento di operare le scelte necessarie e di metterci la faccia. Prometto un'attenzione speciale alle comunità locali perché meritano tutto il sostegno da parte del governo", conclude.
Lo scherno delle opposizioni
Dal fronte delle opposizioni, Pd e FI criticano i Cinque Stelle per quella che considerano la nuova 'giravolta'. "Si ripete per Tap il film visto con l'Ilva. I 5 stelle dovranno rispondere ai loro elettori delle bufale raccontate in campagna elettorale. Prossima puntata la Tav, poi il Brennero", commenta il senatore Andrea Ferrazzi, capogruppo del Pd in commissione Territorio e Ambiente. "Una dopo l'altra, le promesse elettorali dei Cinque stelle si stanno sgretolando. E meno male che sia così. L'Ilva funziona e non è diventata un parco giochi come chiedevano i grillini e adesso anche il gasdotto Tap, che i grillini volevano fermare, si farà. La terza promessa mancata sarà il reddito di cittadinanza che non arriverà mai a tutti coloro a cui i Cinque stelle l'hanno promesso e non arriverà mai nell'importo propagandato", scrive la deputata pugliese di Forza Italia Elvira Savino. "Prima sì Tav, poi sì Grandi Navi, ed ora arriva il sì Tap: cari elettori del M5s, questo non è il governo del cambiamento. E' il governo delle costose e inutili grandi opere e delle promesse elettorali mancate, è il governo della Lega. Davvero complimenti", commenta il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.