L'agenzia internazionale Standard&Poor's conferma il rating dell'Italia, lasciandolo a 'BBB', a due gradini dal non investment grade, e abbassa l'outlook, da stabile a negativo.
Per Luigi Di Maio è una buona notizia per il Paese e una cattiva notizia per "chi rema contro", ma l'agenzia di rating ha avvertito che proprio nella manovra varata dal governo e nel decreto fiscale ci sono i germogli di quella preoccupazione che l'anno spinta a mutare l'outlook.
"A nostro avviso il piano di politica economica e fiscale del governo italiano sta pesando sulle prospettive di crescita economica del Paese" si legge nelle valutazioni, "Le impostazioni programmate di politica economica e fiscale del governo - prosegue la nota - hanno eroso la fiducia degli investitori, come riflesso da un aumento del rendimento sul debito pubblico. Ciò a sua volta sta influenzando negativamente l'accesso delle banche al finanziamento del mercato dei capitali e, in misura minore, il loro coefficiente patrimoniale regolamentare".
Di più: l'outlook negativo "riflette il rischio che la decisione del governo di aumentare ulteriormente il debito pubblico - oltre a esacerbare la già debole posizione di bilancio dell'Italia - soffochi l'incipiente ripresa del settore privato".
"L'attuazione di misure politiche che annullano o compromettono le precedenti riforme economiche strutturali, o che ampliano ulteriormente il deficit di bilancio, hanno indebolito la fiducia degli investitori" scrive l'agenzia che prevede anche che "il PIL reale crescerà di circa l'1,1% quest'anno, ben al di sotto della precedente previsione dell'1,5%, dovuta principalmente a una decelerazione dei consumi privati e a una componente netta delle esportazioni nette, dato l'apprezzamento dell'euro e l'aumento dei prezzi del petrolio".
La reazione del governo
Per Giuseppe Conte è un giudizio "corretto alla luce della solidità economica del Paese". L'Italia, dice il premier, "è la settima potenza industriale al mondo e la seconda manifattura europea. La competitività delle nostre imprese ci permette di avere un surplus commerciale consistente e il risparmio delle famiglie italiane è solido".
"In merito alla decisione di portare in negativo l'outlook italiano e ad alcuni giudizi negativi sulla manovra economica, siamo fiduciosi che mercati e istituzioni internazionali comprenderanno la bontà delle nostre misure" aggiunge Conte, "Con la manovra economica evitiamo una stretta recessiva e rilanciamo la crescita grazie agli investimenti e ad un programma di profonde riforme strutturali".
"L'Italia è saldamente collocata all'interno dell'Unione europea e non c'è alcuna possibilità di uscita dall'Ue o dall'euro-zona. Il governo è al lavoro per far ripartire il Paese su un sentiero di crescita e in direzione dello sviluppo sostenibile".
"Le agenzie di rating non misurano il benessere dei cittadini di un Paese, ma chi aspettava Standard&Poor's per continuare a remare contro il governo oggi ha avuto una brutta sorpresa", scrive su Twitter Luigi Di Maio.
"Il rating dell'Italia è stato confermato. Andiamo avanti! Il cambiamento sta arrivando".
Da parte sua l'altro vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, parla di "un film già visto". "Le agenzie di rating non si sono accorte della crisi mondiale? In Italia non saltano né banche né imprese" dice.
Come funziona il rating
Il rating è un giudizio che viene espresso da un soggetto esterno e indipendente, l’agenzia di rating, sulle capacità di una società o di una nazione di pagare o meno i propri debiti. L’agenzia di rating valuta la solvibilità di un soggetto emittente obbligazioni; in altri termini attribuisce un giudizio circa la capacità della stessa di generare le risorse necessarie a far fronte agli impegni presi nei confronti dei creditori. Tale giudizio è sottoposto a revisione periodica, spiega Borsa Italiana.
Vi sono rating di credito internazionale che valutano i rischi, e quindi le spese, di un investitore che voglia trasferire nella valuta della propria nazione i titoli espressi nella valuta di un altro stato. Vi sono poi i rating sul debito delle nazioni. Essendo gli stati i maggiori debitori in assoluto, le agenzie di rating valutano e classificano i titoli del loro debito in base alla capacità che gli stessi stati dimostrano di fronteggiarli.
Il rating è assegnato contrassegnando la valutazione secondo diverse scale di valori che variano in base all’agenzia che si occupa di emettere il rating stesso. La scala dei valori che possono essere assegnati è comunque una scala alfabetica. Nel caso dell’agenzia Standard & Poor’s i giudizi variano da “AAA”, il giudizio che indica il massimo grado di solvibilità di una società, alla D che indica invece lo stato di una società insolvente.