È l'Italia il Paese dell'Unione europea con il maggior numero di persone a rischio povertà o di esclusione sociale: sono 17,407 milioni, il 28,9% della popolazione. A rilevarlo è Eurostat che segnala anche come il nostro Paese sia pure quello dove, Grecia a parte, questa quota è salita di più tra il 2008 e il 2017: un balzo di 3,4 punti percentuali in dieci anni. In numeri assoluti si tratta di 2,325 milioni di individui in più, rispetto ai 15,082 milioni del 2008.
In totale, a essere sotto minaccia nell'intera Ue sono 112,917 milioni di persone, il 22,5% della popolazione totale. Un dato in calo rispetto ai 116,070 milioni del 2008, quando la quota era pari al 23,7%. In termini relativi, l'Italia è quinta, preceduta da Bulgaria (38,9%), Romania (35,7%), Grecia (34,8%) e Lituania (29,6%). All'estremo opposto brillano Repubblica Ceca (12,2%), Finlandia (15,7%) e Slovacchia (16,3%).
Il paese dove il tasso di rischio è aumentato maggiormente tra 2008 e 2017 è la Grecia (+6,7 punti percentuali), seguita da Italia (+3,4) e Spagna (+2,8). I cali più marcati si registrano invece in Polonia (-11,0), Romania (-8,5) e Lettonia (-6,0). A vivere in situazione di deprivazione materiale severa è il 6,9% della popolazione dell'Unione europea, con tassi che variano tra il 30% della Bulgaria e l'1,1% in Svezia. L'Italia è nona con il 10,1%. Anche in questo caso a colpire è il balzo, in controtendenza rispetto alla media Ue, dal 7,5% del 2008.