Jeff Bezos ha messo d'accordo il repubblicano Donald Trump e il democratico Bernie Sanders: entrambi sono contro Amazon. Se il presidente aveva già avvertito in campagna elettorale che la società avrebbe passato "grossi guai" se fosse stato eletto, Sanders ha puntato il gigante dell'e-commerce negli ultimi mesi. Il candidato alle ultime primarie democratiche è uno dei padri di una legge che vorrebbe far pagare ai grandi gruppi l'assistenza federale per i loro lavoratori con paghe basse. E ha ripetutamente citato Amazon come esempio negativo, sia per le buste paga troppo leggere sia per le tipologie di contratto. All'ennesima frecciata, il gruppo di Bezos ha risposto con una nota, inusuale per la sua durezza: parla di "dichiarazioni fuorvianti" e sostiene di aver più volte invitato Sanders in uno dei suoi centri di distribuzione per verificare le condizioni di lavoro. Il senatore democratico ha ribattuto. Ecco quali sono i nodi della discussione.
- I salari
Con riferimento alla sua proposta di legge, Sanders definisce "assurdo" che a contribuire alla sussistenza di alcuni dipendenti Amazon (alla cui guida c'è l'uomo più ricco del mondo) siano le casse pubbliche. Il senatore nota che la media degli stipendi di Amazon è di 28.446 dollari, il 9% in meno della media del settore e "ben al di sotto" di quello che negli Stati Uniti si definirebbe uno "stipendio decente". Amazon ha ribattuto che la cifra non conta i benefit e ha sottolineato che, invece calcola anche gli occupati part-time. Per i soli dipendenti a tempo pieno, la cifra media salirebbe a 34.123 dollari. Ma è proprio questo punto a legarsi alla seconda accusa di Sanders.
- I contratti
Sanders non tocca il tema dei benefit. Ma ribatte alla distinzione tra tempo medio e part-time affermando che "se Amazon è così orgogliosa del modo in cui tratta i suoi lavoratori, dovrebbe rendere pubblico il numero di persone che assume attraverso agenzie di personale temporaneo come e rendere pubblica la tariffa oraria e i benefici che guadagnano i lavoratori".
- La sicurezza
Sanders ha ricordato dati e articoli che rivelano le difficili condizioni di lavoro nei magazzini Amazon. Ha affermato che il gruppo è "nella lista del National Council for Occupational Safety che include i luoghi più pericolosi dove lavorare negli Stati Uniti". Dal 2013, sono morti sulla lavoro o nelle immediate vicinanze sette persone. Amazon ha difeso, come sempre, il proprio modello. E in un post del proprio blog ha invitato i dipendenti a raccontare la propria esperienza in una sezione del sito istituzionale di Sanders che il senatore ha aperto ad hoc.