La gara per l'aggiudicazione dell'Ilva "è illegittima ma non si può annullare". È questo in sintesi il messaggio che il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha detto ai cronisti durante una conferenza stampa spiegando che "non basta che l'atto sia illegittimo per annullare l'atto" ma deve sussistere anche la "tutela dell'interesse pubblico concreto e attuale".
"Per noi l'illegittimità dell'atto c'è perché c'è un eccesso di potere, ora si apre il fronte dell'interesse pubblico del piano ambientale. Per questo al termine di questa conferenza stampa mi recherò al ministero dell'Ambiente. L'Avvocatura ci dice che noi potevamo annullare per opportunità, ma avremmo dovuto indennizzare il privato che aveva vinto".
Per Di Maio quello fatto sull'Ilva è un "delitto perfetto". Un "delitto perfetto" che però, secondo il vicepremier, sarebbe stato commesso "dallo Stato, creando una procedura piena di vizi e illegittimità, e non dal privato, che ha sempre agito in buona fede" (Huffington Post).
Le frasi arrivano nel giorno scelto da Di Maio per illustrare il parere dell'Avvocatura dello Stato sulla gara. Di Maio aveva interpellato l’Avvocatura il 7 agosto, ponendogli tre quesiti, diversi da quelli su cui si è pronunciata in precedenza l’Autorità Anticorruzione. E tra questi, c’è la richiesta di sapere se l’immunità giudiziaria concessa ai commissari Ilva, agli acquirenti e ai loro delegati nell’attuazione delle disposizioni del piano di risanamento ambientale del siderurgico di Taranto, contrasti o meno con le leggi vigenti. L’Avvocatura ha trasmesso al ministro il parere (35 pagine) nella serata del 21 agosto Di Maio ha comunicato di averlo ricevuto, facendone però una sintesi e non pubblicando il relativo testo (Corriere della Sera).
Il sospetto di Di Maio sull'Ilva
Il sospetto del ministro è che la gara per l’Ilva sia illegittima, ovvero che fosse illegittimo l’atto che a giugno 2017 ha aggiudicato l’Ilva ad Arcelor Mittal attraverso la società Am Investco, partecipata dalla multinazionale insieme a Marcegaglia. Di Maio cita quanto espresso dall’Avvocatura dello Stato a cui si è rivolto per avere un parere sulla regolarità della gara stessa dopo che l’Autorità Anticorruzione ha rilevato delle criticità (Il Fatto Quotidiano).
Criticità che per Di Maio sono confermate dall’Avvocatura. Tra queste, riassume il ministro, c’é la possibile lesione del principio di concorrenza, visto che l’aver prorogato al 2023 la conclusione degli interventi di bonifica ambientale nel siderurgico di Taranto avrebbe dovuto consigliare una proroga dei tempi per la presentazione delle offerte.
E invece i tempi rimasero immutati e Arcelor Mittal vinse la gara per l’Ilva con un’offerta complessiva di quasi 4 miliardi di euro, battendo la concorrenza di Acciaitalia. Sintetizzando il verdetto dell’Avvocatura, Di Maio parla anche di “eccesso di potere” in quanto non è stato tutelato “il bene comune e il pubblico interesse” nel momento in cui sono stati impediti i rilanci volti a migliorare i contenuti dell’offerta per il gruppo siderurgico (Il Giornale).
Non si è fatta attendere la risposta dell'ex ministro dello Sviluppo economico Pd, Carlo Calenda "Caro Luigi Di Maio il 'delitto (im)perfetto' è il tuo verso la nostra intelligenza. Se la gara è viziata annullala. 'Potremmo se ci fosse qualcuno interessato' e le altre fesserie del genere che ci stai propinando da mesi, dimostrano solo confusione e dilettantismo".