Un tonfo del titolo del 24% con circa 17 miliardi di dollari bruciati in pochi minuti: Facebook, che ha presentato la sua seconda trimestrale deludendo gli analisti, sconta probabilmente qualcosa di piuùdi una semplice previsione troppo ottimistica dei suoi risultati. Il gruppo ha chiuso i secondi tre mesi dell'anno con ricavi in aumento del 42% a 13,2 miliardi di dollari, sotto le aspettative di ricavi di 13,4 miliardi. E deludente è stata anche la crescita degli utenti, saliti solo dell'11% a 1,47 miliardi di amici al giorno contro un aumento previsto del 13% a 1,48 miliardi.
Una caduta esagerata che dimostra che il colosso di Mark Zuckerberg non è uscito indenne dallo scandalo dei dati di Cambridge Analytica e che è rimasto sotto gli impietosi riflettori dei mercati finanziari, anche se inizialmente sembrava che si fosse rapidamente ripreso.
Il colosso social è nel mirino dal 2016, anno delle elezioni americane. Quando nel 2017 ha poi ammesso che entità russe avevano usato la sua piattaforma per diffondere messaggi durante la campagna elettorale la situazione non ha fatto altro che peggiorare. Lo scandalo di Cambridge Analytica è arrivato quando la fiducia iniziava a incrinarsi e le audizioni di Zuckerberg al Congresso Usa e davanti al Parlamento europeo evidentemente non avevano convinto del tutto gli operatori finanziari.
Ora il timore è quello di un ulteriore peggioramento dei conti del gruppo ma, soprattutto, quello di nuovi colpi di scena.