Il britannico che ha aiutato il team di salvataggio dei 12 ragazzini thailandesi intrappolati nelle grotte di Chiang Rai porterà Elon Musk in tribunale dopo che l’imprenditore sudafricano gli ha dato del pedofilo su Twitter.
Musk aveva definito Vern Unsworth “pedo guy” commentando un’intervista in cui il sommozzatore bollava il sommergibile che Musk aveva inviato per il salvataggio dei giovani calciatori come “una trovata pubblicitaria” e inutile alle operazioni di soccorso. Musk ha poi rimosso il tweet e chiesto scusa, scuse che Unsworth ha respinto al mittente.
Come si è arrivati agli insulti? Storia del sommergibile
Per capire come si è arrivati a questo scontro, e allo scivolone di Musk che potrebbe costargli caro soprattutto in termini di reputazione, occorre fare un passo indietro.
Il 6 luglio Elon Musk invia in Thailandia un gruppo di ingegneri della sua Boring Company per capire se le sue tecnologie, specie quelle create in casa Space X, possono essere d’aiuto per salvare i ragazzini intrappolati nella grotta. Subito su Twitter si scatenano una serie di accuse all’imprenditore accusato di non perdere occasione per farsi pubblicità. La decisione arriva dopo che Musk sempre su Twitter, il 4 luglio aveva dato disponibilità per cercare una possibile soluzione in accordo con le autorità thailandesi che però, ammette, sembravano avere la situazione sotto controllo.
La soluzione proposta da Musk e i suoi ingegneri è un mini sommergibile, adatto a ospitare un bambino, abbastanza leggero da essere trasportato da due sommozzatori, abbastanza agile per muoversi tra le cavità e le parti emerse e sommerse delle grotte. Perché un sommergibile? Perché il problema dei sommozzatori, almeno in quel momento, era che nessuno dei giovani calciatori era in grado di nuotare e fare immersione, abilità necessaria per uscire dalle grotte invase dall’acqua.
Il 10 luglio la BBC pubblica un articolo in cui il capo del team di soccorritori dice che la soluzione proposta da Musk “non rientra nel piano di salvataggio deciso”, ma la BBC titola che la soluzione proposta da Musk “è poco pratica” . Musk replica su Twitter: “Lui non ne capisce molto”, e incolla una conversazione con il co-coordinatore del team Dick Stanton che gli risponde via mail di tenere in considerazione la soluzione del patron di Tesla. Nel frattempo risponde a qualche accusa di chi gli dice che sta cercando solo di farsi pubblicità, cosa che probabilmente lo innervosisce, ricostruiscono su Quora.
Contestazioni, ma anche apprezzamenti
Ma sempre su Twitter Musk incassa anche diversi apprezzamenti dal genio dell’esercito thailandese. In effetti la soluzione di Musk sembrava essere piaciuta agli ingegneri della marina, ma che fosse arrivata troppo tardi, quando già un piano l’avevano stabilito. Ma quel sommergibile poteva tornare utile, magari, in altre occasioni.
La storia sembrava chiusa, con Musk che segue in diretta le operazioni di salvataggio, plaude alla resilienza degli umani, al coraggio dei ragazzini, a quello dei soccorritori, e le polemiche sembravano tutte superate.
Poi Vern Unsworth, l’uomo che ha guidato il team dei soccorsi perché molto esperto delle caverne, che ha esplorato, raccontano le cronache, in lungo e in largo negli ultimi sei anni, rilascia a operazioni concluse un’intervista in cui dice che Musk con quel sommergibile ha solo cercato di farsi pubblicità.
Unsworth è un sommozzatore che ha deciso di godersi la pensione a Chiang Rai, la città più vicina alle grotte dove sono rimasti intrappolati i giovani calciatori. Pare che Chiang Rai sia piuttosto famosa per essere meta preferita per il turismo sessuale, e vittime sono anche i minorenni.
L'accusa di pedofilia come 'reazione' su Twitter
Musk ascolta quest’intervista e esplode su Twitter: “Non ho mai visto questo britannico che è andato a vivere in Thailandia (sospetto) da nessuna parte quando noi eravamo vicino alla grotta. Gli unici erano quelli dell’esercito e della marina, che sono stati fenomenali”. E poi: “Mi spiace ‘pedo guy’, te la sei andata a cercare”.
Insomma Musk prima insinua che il britannico sia andato a vivere in Thailandia dopo la pensione per fare turismo sessuale, poi gli dà del “pedo guy”, insomma del pedofilo.
Questo fa arrabbiare molto Unsworth che adesso è deciso a trascinarlo in tribunale, scuse o non scuse. Ovviamente il fatto che Unsworth viva in Thailandia, in una città considerata una meta sessuale, non fa di Unsworth un pedofilo. E non risulta che Musk abbia prove in senso contrario. Ma l'imprenditore non si è tenuto ed è esploso e condividendo con i suoi 2 milioni di follower la sua 'deduzione'.
Musk ha poi cancellato poi questi tweet, che adesso sono visibili solo attraverso gli screenshot ancora facilmente recuperabili in rete. Un gesto che gli è costato finora, oltre alla possibile denuncia, un richiamo forte da parte degli azionisti di Tesla, ed è questo probabilmente ad aver indotto l’imprenditore a fare retromarcia.
Su Twitter Musk negli ultimi mesi ha espresso spesso insulti, accuse, specie ai giornalisti che hanno scritto cose sgradite sulle sue aziende. Poi ha cominciato ad allargare il raggio d’azione, attaccando chi fosse contrario alle sue opinioni. Legittime o meno che siano le sue pretese, per un capo d’azienda muoversi con disinvoltura sul territorio dei social network potrebbe non essere sempre un comportamento utile.