Articolo in collaborazione con L'Automobile
I veicoli volanti che sfrecciano veloci, liberi dal traffico tra gli edifici delle nostre città potrebbero arrivare entro il 2020. A trasformare la fantascienza in realtà stanno lavorando anche gli ingegneri di Rolls-Royce con “Evlot”, un sistema di decollo e atterraggio verticale sviluppato per muovere i flying taxi del futuro.
La tecnologia non a caso è nata nei laboratori del costruttore di Derby, storicamente identificato con la caratteristica statuetta sul radiatore, la "Spirit of Ecstasy", una figura femminile piegata in avanti, con le braccia distese all'indietro e verso l'alto come a spiccare il volo. Rolls-Royce già costruisce da anni motori per aerei. La novità verrà presentata al Farnborough Air Show 2018, il festival dell’industria aerospaziale che si tiene nell’omonima cittadina a sud di Londra dal 16 al 22 di luglio.
La donna alata volerà davvero?
Iniziato nel 2016, Evlot è, in realtà, ancora in piena fase sperimentale e il suo debutto in occasione dell'Air Show è finalizzato ad attirare potenziali partner per portare il progetto ad una fase di sviluppo successiva. Il concept dovrebbe essere prodotto a partire dal 2019.
Gli aerotaxi di Rolls-Royce - secondo quanto dichiarato dai vertici della casa inglese - saranno in grado di trasportare quattro o cinque passeggeri a una velocità di 400 chilometri orari per più 800 chilometri.
I concorrenti non stanno a guardare
L’idea di dar vita a mezzi di trasporto volanti è nel cantiere delle aziende più innovative al mondo da diversi anni. Rolls-Royce non è di certo l’unico costruttore ad aver pensato agli aerotaxi. Seppur molti dei prototipi presentati si siano rivelati ottime campagne di marketing, più che progetti reali, c’è chi idee del genere le prende sul serio. Uber, per esempio, aveva dichiarato l’inizio di una collaborazione con la Nasa per il lancio del primo esempio al mondo di ride-hailing aereo, previsto per il 2020.
Tesla certe occasioni non se le lascia certo scappare: Elon Musk, il numero uno della società costruttrice di veicoli a batteria, ha annunciato di aver avere in cantiere, tra i tanti progetti futuristici, anche quello dell’auto che vola. Elettrica naturalmente.
Proposta tedesca
Gli aerotaxi piacciono molto anche ai tedeschi di Daimler: la casa di Stoccarda aveva presentato nel 2017 a Francoforte “Volocopter” (, un velivolo autonomo a marchio Mercedes capace di trasportare passeggeri, attraverso un avanzatissimo sistema di decollo e atterraggio verticale. Il progetto è costato più di 25 milioni di euro e dovrebbe essere impiegato anche per mobilitare merci.
All’appello non mancano i connazionali di Lilium. La start-up fondata nel 2015 da quattro ingegneri della Technical University di Monaco di Baviera, con il supporto della Agenzia Spaziale Europea, ha testato con successo un mini jet che potrebbe sostituire gli attuali servizi di trasporto a pagamento. Un progetto del valore di 85 milioni di euro, finanziato da investitori illustri, come Niklas Zennström, miliardario e fondatore di Skype e il colosso tecnologico cinese Tencent. Il velivolo sarà in grado di volare ad una velocità di 300 chilometri orari per sessanta minuti con un ciclo di carica.
Le difficoltà
I problemi da affrontare non sono però pochi. C’è intanto quello dell’inquinamento: l’auto dovrà essere necessariamente a zero emissioni e serviranno quindi batterie a elevata densità anche perché dovranno garantire un livello molto alto di autonomia.
C’è poi un problema di traffico: già il tradizionale volo in elicottero ha bisogno di una teoria di autorizzazioni per sorvolare le città per evidenti motivi di sicurezza. Difficile che le “strade nel cielo” possano essere accessibili per tutti. Si pone poi il problema di dove atterrare, in strada, sul tetto o in piccoli aeroporti dedicati. Tutte questioni che dovranno essere risolte prima di dare corpo al sogno della donna alata.