"Alcuni grandi player stranieri minacciano di andarsene dall'Italia se verrà abbandonata la strada dei pagamenti a cottimo. Bene, allora assumeremo noi tutti i fattorini che resteranno senza lavoro".
Lo afferma Simone Ridolfi, ceo di Moovenda, startup italiana del food delivery. "Allo stesso modo - continua - ci occuperemo di accogliere nella nostra piattaforma i tantissimi ristoranti che rimarrebbero orfani del servizio a domicilio". Moovenda è partita da Roma ed è oggi attiva anche a Torino, Napoli, Cagliari, Cosenza, Viterbo e Lido di Ostia.
Cerca quindi spazio anche oltre le grandi città presidiate dalle grandi società internazionali come Foodora e Deliveroo. E, vista la grande attenzione del nuovo governo sulla questione rider, intende giocarsi la carta dell'italianità e delle garanzie lavorative. Moovenda, infatti, offre già ai rider un contratto, coperture assicurative e ferie pagate.
In attesa del secondo incontro con il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, il 2 Luglio, Ridolfi si schiera accanto al governo e contro i big del settore: "Di Maio ha ragione, non bisogna cedere al ricatto delle multinazionali a discapito dei lavoratori, è un vuoto normativo che va colmato assolutamente, anche perché al momento chi tratta i lavoratori in modo etico come noi subisce la concorrenza sleale di chi invece si approfitta proprio di questo vuoto normativo. Stiamo decidendo il futuro di migliaia di persone".
Le grandi piattaforme internazionali, però, aprono a un tavolo di confronto. Intervenendo all'Internet Day di Agi il 26 giugno, il numero uno di Deliveroo in Italia, Matteo Sarzana, ha sottolineato che l'azienda "ha già pensato diverse tutele per i rider, come una paga media oraria di 12,80 euro l'ora". Anche Gianluca Cocco, managing director di Foodora Italia, si è detto disposto a potenziare "la rete di salvaguardia dei riders e dei minimi orari".