Stop all'aumento dell'Iva e rispetto degli impegni europei tenendo fede al programma di governo. Con un periodo di programmazione che dovrebbe essere esteso al 2020, anno in cui il quadro tendenziale prevede il pareggio di bilancio. Sarà questo l'impianto della risoluzione di maggioranza sul Def che, dopo un periodo di stand-by, approderà martedì nelle Aule di Camera e Senato.
Un testo snello, ancora soggetto a modifiche, che impegna il governo ad "assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia", ovvero per trovare i 12,4 miliardi necessari per evitare l'aumento dell'Iva e delle accise che scatterebbe dall'anno prossimo. Nel documento si sollecita anche l'esecutivo a "riconsiderare in tempi brevi il quadro di finanza pubblica nel rispetto degli impegni europei sui saldi di bilancio".
Gli ultimi ritocchi dovrebbero estendere l'arco temporale di programmazione oltre il 2018-2019 previsto in una prima versione, comprendendo il 2020, anno in cui è previsto il raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale, ovvero l'obiettivo di medio termine per l'Italia. Nessun accenno, invece, al mix di misure che tra deficit, tagli di spesa e aumenti di entrata, dovrà garantire le coperture "per gli interventi prioritari necessari" per attuare il contratto di governo, richiamati nel testo della risoluzione.
Il Def sarà un banco di prova per l'esecutivo e la nuova maggioranza. Ovviamente Lega e M5s hanno i numeri per approvare da soli la risoluzione ma in una fase delicata, in cui il percorso di politica economica muove i suoi primi passi, incassare il sostegno delle altre forze parlamentari potrebbe essere decisivo anche nel negoziato che si intende aprire con l'Europa. Tuttavia, difficilmente la risoluzione potrà essere condivisa se, come previsto nella bozza circolata, resterà il riferimento "alle linee programmatiche" indicate dal premier Conte "nelle sue comunicazioni alle Camere e su cui ha ottenuto la fiducia".
Il Pd ha già fatto sapere che è pronto a votare la risoluzione solo nel caso in cui ci si limiti a disinnescare le clausole di salvaguardia e a negoziare con Bruxelles margini sul deficit per il 2019 garantendo comunque una graduale riduzione. La risoluzione si muove su un filo sottile cercando di conciliare la linea prudente sui conti, di cui il ministro dell'Economia, Giovanni Tria si fa garante, con le posizioni più dure presenti all'interno dell'esecutivo.
La sostenibilità dei conti pubblici, ha fatto capire chiaramente il responsabile del Tesoro, non è in discussione, soprattutto alla luce dei segnali di rallentamento dell'economia che potrebbero imporre di rivedere al ribasso le stime di crescita a settembre in occasione della Nota di aggiornamento al Def (la cornice su cui costruire la manovra del 2019). Sarà quella la sede in cui il governo conta di aggiornare il quadro programmatico di finanza pubblica. Per preparare il terreno per la pace fiscale, il reddito di cittadinanza e le modifiche alla riforma Fornero, misure che difficilmente potranno essere messe in campo prima della legge di bilancio l'esecutivo M5s-Lega punta a ridiscutere alcuni parametri economici europei e ottenere nuovi margini di flessibilità, ovvero più spazi di manovra.
Il primo provvedimento del governo arriverà a breve, probabilmente entro giugno, e dovrebbe essere sostanzialmente a costo zero. Sarà il decreto 'dignità' annunciato dal ministro al Lavoro e allo Sviluppo, Luigi Di Maio. Conterrà misure per i lavoratori e per le imprese. Quattro i punti cardine. Lo stop a spesometro, redditometro e studi di settore, già destinati in realtà ad andare in soffitta dal 2019. In arrivo anche misure per disincentivare le delocalizzazioni: chi prende fondi pubblici non potrà andare all'estero. Revisione del Jobs Act e lotta alla precarietà. Una delle prime categorie di lavoratori a cui il decreto si rivolgerà sarà quella dei rider, i ciclo- fattorini non protetti da alcun contratto ne' assicurazione, ai quali verrà garantito il salario minimo orario e saranno estese le tutele Inps e Inail. Previsto, infine, lo stop alla pubblicità del gioco d'azzardo per contrastare la piaga della ludopatia. Il governo studia inoltre un rinvio di sei mesi per l'obbligo di emissione dell'e-fattura che dovrebbe scattare da luglio. Ed entro agosto si punta ad avviare la mini flat tax per le partite Iva e un anticipo del meccanismo di pace fiscale.